Mercoledì, 18 Agosto 2021 16:01

SANGALLI: “LE IMPRESE TORNANO A SALIRE, SOSTENIAMOLE”

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Il presidente di Confcommercio sull’edizione milanese del Corriere della Sera: “Il miglior modo per sostenere le imprese è quello di lasciarle lavorare, molte sono penalizzate”. “Con i fondi Ue una città sostenibile e attrattiva”.


Le ferite inferte dalla crisi Covid «sono profonde», soprattutto per il settore del terziario che nell’area metropolitana di Milano ha registrato finora perdite che superano i 40 miliardi. Tuttavia, per quanto riguarda da commercio, turismo e servizi, nel secondo trimestre di quest'anno «c'è stata una crescita di nuove imprese del 2,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Un dato che dimostra la forza del nostro tessuto imprenditoriale nonostante i danni devastanti provocati dal Covid. Parte dai numeri il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: «I dati economici del nostro territorio sono finalmente incoraggianti. E questo si deve a un sistema imprenditoriale solido che sta reagendo bene soprattutto grazie ai risultati della campagna vaccinale».

Come sostenere ancora le realtà che hanno scontato il lockdown? Quali sono in maggiore difficoltà?

«Il miglior modo per sostenere le imprese è quello di lasciarle lavorare. Anche se siamo in zona bianca non bisogna dimenticare che molti settori, come quelli del turismo e dell'accoglienza, sono ancora penalizzati. Per non parlare dell'intrattenimento con le discoteche che non hanno mai riaperto dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Finora gli indennizzi dei vari decreti governativi, i sostegni della Regione e la riduzione della Tari milanese, come da noi fortemente richiesto, hanno dato un po' di ossigeno alle imprese. Non siamo, però, ancora fuori pericolo ed è necessario continuare con questa strategia di aiuti raccordandola all'evoluzione della pandemia».

Come garantire il connubio sicurezza-lavoro?

«La sicurezza è ovviamente la precondizione er lavorare. Vaccini, mascherine e distanziamento si sono dimostrati mezzi efficaci. Tuttavia il ricorso iniziale al lockdown totale, per un tempo così lungo, è stato forse eccessivo. Fermare le imprese deve essere sempre una extrema ratio. Una settimana di zona rossa a Milano, ad esempio, costa alle imprese del terziario colpite dalle restrizioni oltre 200 milioni di euro».

Il green pass garantisce sicurezza: ma sarà un ulteriore ostacolo?

«Il green pass è la logica conseguenza dei vaccini non obbligatori ed è la chiave per rimettere in moto l'economia. Per le imprese non deve però rappresentare un passaggio burocratico in più né tantomeno un costo. Noi siamo sempre stati favorevoli all'autocertificazione ma sollevando l'imprenditore da qualunque responsabilità che non sia quella di chiedere il green pass».

Vi siete spesi per confermare il Salone, cosa ci dobbiamo aspettare?

«Farlo slittare sarebbe stato un segnale negativo in piena stagione turistica. Sarà invece un "Supersalone", come lo ha definito il suo ideatore architetto Stefano Boeri, capace di incrociare l'esperienza fisica e digitale con tante novità. Sarà una ripartenza in grande stile di un motore economico di Milano — più di 200 milioni di indotto — dal forte valore simbolico».

Come rilanciare l'immagine internazionale?

«Dovrebbe essere un obiettivo ancora più importante per la prossima amministrazione comunale proprio perché dobbiamo recuperare il terreno perduto col Covid e nove milioni di turisti. A questo proposito, qualunque sia l'esito del voto, sarebbe importante continuare e rafforzare l'esperienza di Milano e Partners, l'agenzia di promozione della nostra città, fondata da Comune e Camera di commercio. Uno strumento molto efficace, che ha già lanciato una campagna di comunicazione internazionale, e che potrebbe fare sinergia con la recente alleanza tra Regione e Gruppo Sea per la promozione della Lombardia nel mondo».

II Pnrr potrà essere volano per il rilancio della città? Come evitare il rischio di sprecare le risorse e l'occasione?

«È la vera priorità. Se queste risorse europee, 4,7 miliardi, saranno confermate, Milano avrà la reale capacità di attuare grandi progetti in tempi rapidi. Progetti già indicati a livello generale dal Recovery Plan dell'Unione Europea ma ancora da mettere a terra. Parliamo soprattutto del potenzialmente delle infrastrutture materiali e immateriali nel quadro della sostenibilità e della nuova attrattività di Milano. È una opportunità davvero irripetibile e dovrebbe essere il terreno di confronto principale tra chi guiderà la città nei prossimi 5 anni».

 

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