Mercoledì, 10 Novembre 2021 08:40

SANGALLI: “LA VITA SOCIALE DELLE CITTÀ FERMATA DA PROTESTE ILLEGALI”

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Il presidente di Confcommercio: sul Mattino: “non possiamo permetterci altri stop”. “Temiamo che nell'ultima parte dell'anno ci sia una frenata degli acquisti per il caro prezzi”. “Negozi e turismo: le spese obbligate come quelle per le bollette possono colpire la ripresa”.


Presidente Sangalli, il nemico è il Covid non gli strumenti per combatterlo dice il Capo dello Stato, a proposito delle piazze no vax e dell'aumento dei contagi da esse prodotto. Che ne pensa?

«Apprezziamo l'autorevole intervento del Presidente Mattarella - dice Carlo Sangalli presidente di Confcommercio - perché il nemico comune è il Covid e non le soluzioni per combatterlo».

Proteste e manifestazioni di piazza quale conseguenza concreta possono produrre al commercio in questo periodo e in vista delle festività di Natale?

«Dopo un anno e mezzo di pandemia, che ha provocato perdite umane gravissime, ha fatto chiudere molte attività e messo in ginocchio centinaia di migliaia di imprese, non possiamo davvero permetterci che manifestazioni e cortei illegali blocchino la vita economica e sociale delle nostre città».

Il governo intende vietare i centri storici: basterà o ci vuole anche altro?

«La pandemia ancora non è stata sconfitta e ora più che mai è necessario un supplemento di responsabilità da parte di tutti. Per questo motivo condividiamo la decisione del Viminale di fare in modo che qualsiasi legittima protesta contro il green-pass sia regolarmente autorizzata e nel perimetro della legalità. Nessuno vuole privare nessuno della possibilità di manifestare ma è altrettanto evidente che il prezzo di queste proteste non lo possono pagare i cittadini e le imprese e le attività commerciali che hanno vissuto una crisi drammatica per effetto del Covid».

Il commercio fatica a riprendere i volumi di attività pre-pandemia e ora c'è chi teme anche l'effetto negativo dell'inflazione sui prezzi al consumo. Che ne pensa?

«Il nostro Ufficio Studi ha stimato, nell'ipotesi di una inattesa fiammata dei prezzi in questa ultima parte dell'anno, una perdita di consumi tra i 3 e i 5 miliardi di euro. Un'eventualità che, unita all'aumento delle spese obbligate - come utenze e bollette - a causa soprattutto dei rincari dell'energia, rischia di rallentare la crescita del Paese. Un'eventualità che potrebbe incidere anche sui consumi di Natale ma che speriamo di non dover registrare. Per quest'anno, infatti, prevediamo un Pil a +6,2%, ma nel 2022 la nostra stima scende al +4% proprio in ragione di questo scenario inflazionistico».

Quanto incidèrà l'aumento del costo delle materie prime?

«È evidente che, se le tensioni sui costi delle materie prime, energetiche e non, dovessero persistere, ci saranno inevitabili riflessi sui prezzi al consumo nel giro di qualche mese. Del resto, la crescita dei prezzi ha già raggiunto un tendenziale del 2,9% á ottobre, e comunque è un fenomeno non solo italiano. Per contrastare questo rischio bisogna accelerare con investimenti e riforme: una crescita più robusta permetterebbe alle imprese, grazie a maggiore produttività e più ampie economie di scala, di limitare il trasferimento sui prezzi finali degli impulsi provenienti dall'estero».

Ma la crescita del Pil è soprattutto un rimbalzo o l'inizio di un percorso duraturo?

«Il rimbalzo c'è soprattutto per il risultato inatteso del terzo trimestre. Ma quello che ci preoccupa per l'anno prossimo sono i consumi che non cresceranno a causa di una maggiore inflazione e dell'aumento delle cosiddette spese obbligate. Perché se non ripartono il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti e la logistica non si potrà avere una crescita robusta e duratura».

Ci sono risposte in tal senso nella manovra 2022?

«Bene l'intonazione espansiva della manovra. Ma occorre maggiore attenzione all'impatto dell'emergenza sul tessuto delle imprese del terziario di mercato ed alla necessità di interventi tanto sul versante delle moratorie fiscali e creditizie quanto dei crediti d'imposta. Sul versante dei bonus edilizi, va ripristinato il meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito. Ed anche per il bonus mobili sollecitiamo il ripristino del precedente tetto di spesa. Così come è importante il credito d'imposta per le rimanenze di magazzino dei negozi di abbigliamento».

 

Nando Santonastaso

Dal Mattino del 10 novembre 2021

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