ROMA
«Massimo confronto e ascolto»: il neoministro del Lavoro, Andrea Orlando, si rivolge alle parti sociali e segna in questa direzione il metodo di lavoro che intende portare avanti. Nel secondo tavolo con le parti sodali, dopo l'incontro di domenica con Cgil, Cisl e Uil, raccoglie le loro posizioni e conferma l'intenzione di rivedere presto le parti, entro due settimane, per sottoporre un documento «con un impianto di riforma» sul tema degli ammortizzatori sociali e un'agenda di lavoro e di priorità, tra le quali il sostegno all'occupazione, a partire da donne e giovani. Sul blocco dei licenziamenti una risposta non c'è ancora, in attesa del discorso programmatico del nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi. La riforma degli ammortizzatori sociali, in senso universale per dare copertura a tutti i lavoratori, insieme al rilancio delle politiche attive sono infatti i temi prioritari portati da sindacati e imprese al tavolo, e ancor prima c'è la proroga -generalizzata o selettiva, come sostiene Confindustria del blocco dei licenziamenti, oltre il 31 marzo, e della cig Covid, gratuita perle imprese, durante tutta la fase di emergenza. E, se i sindacati chiedono la proroga del blocco dei licenziamenti per tutti finché dura l'emergenza realizzando nel frattempo la riforma degli ammortizzatori sociali, le imprese non sono tutte sulla stessa linea. La «prima necessità» è quella di fare la riforma degli ammortizzatori sociali, premette il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, al tavolo. Riforma che poi è «strettamente connessa al blocco dei licenziamenti. Su questo aspetto ci vuole pragmatismo e un approccio empirico. Dove ci sono attività ferme perché il governo decide di fermarle - sostiene - è giusto che ci sia il blocco dei licenziamenti» ed anche «il riconoscimento dei costi di gestione e il differimento degli oneri fiscali e contributivi. Ma dove non ci sono condizioni di sospensione per legge, ma riduzione di attività dovute al mercato, dobbiamo consentire alle aziende di potersi riposizionare per far ripartire il mercato del lavoro». Oltre alla posizione di Confindustria, l'Alleanza delle cooperative propone di prevedere un «percorso graduale» di allentamento del divieto di licenziamento, che si ponga in alternativa al ricorso agli ammortizzatori sociali Covid, che comunque vanno prorogati: ovvero prevedendo un regime differenziato con «impossibilità di licenziare per le imprese che li utilizzano». Confcommercio rimarca la situazione «drammatica» del sistema produttivo con quasi mezzo milione tra imprese (305mila) e lavoratori autonomi (circa 200mila) a rischio e la necessità di prorogare la cassa Covid «senza costi, soprattutto se in parallelo viene prevista un'ulteriore proroga del blocco licenziamenti».