Venerdì, 19 Febbraio 2021 08:39

Centri estetici aperti in zona rossa. Tar accoglie ricorso Confestetica

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Contestata la disparità di trattamento con i parrucchieri Centri estetici aperti in zona rossa, Tar accoglie ricorso Confestetica Pierfrancesco Laudani: "Sentenza esemplare, siamo enormemente soddisfatti" PALERMO - E, infine, giunse il responso del Tar del Lazio. Nelle scorse settimane il QdS ha seguito la vicenda di Confestetica, Associazione della categoria Estetisti, che ha deciso di citare in giudizio il Governo italiano con procedura d'urgenza e richiesta risarcimento. I motivi che hanno condotto a un simile passo, vanno ricercati nella disparità di trattamento tra la categoria "barbieri e parrucchieri" e "centri estetici" negli ultimi Dpcm, i quali consentivano in "zona rossa" l'apertura dei primi e la chiusura dei secondi. Tale disparità era stata giudicata "inspiegabile" dai rappresentanti di Confestetica.

Il Tar si è, dunque, espresso in merito e a raccontarci come è andata è lo stesso delegato regionale Confestetica, Pierfrancesco Laudani: "Siamo enormemente soddisfatti come categoria per la sentenza esemplare n. 01862/202 di martedì 16 febbraio del Tar del Lazio, che ha annullato l'efficacia del Dpcm del 14 gennaio 2021, in cui si prevedeva la chiusura dei centri estetici in zona rossa".

"Non di meno - aggiunge Laudani è importante sottolineare come tale provvedimento divenga immediata Pierfrancesco Laudani, Confestetica Sicilia mente esecutivo ed è valido su tutto il territorio nazionale, annullando il Dpcm nella parte in cui veniva esclusa l'apertura dei centri estetici nella zona rossa".

"Pertanto - spiega il delegato - le attuali e future ordinanze che dovessero determinare nuove zone rosse, non potranno far altro che tener conto che, in tali zone, i centri estetici - per effetto della sentenza - potranno rimanere aperti, così come lo sono stati barbieri e parrucchieri".

Grande, dunque, la soddisfazione della categoria, che ha visto in tal modo riconosciuto il danno di immagine per i centri estetici "interpretati" dal Comitato tecnico scientifico nazionale come luoghi meno sicuri dei saloni di barbieri e parrucchieri; quando - invece - stando alla tabella nazionale dell'indice di rischio contagio dell'Inail si classificano i saloni di barbieri e parrucchieri come centri con rischio alto e i centri estetici con rischio medio-alto.

Cid conferma quanto in precedenza affermato da Laudani, ossia che: "il centro estetico è un luogo adeguato e sicuro di lavoro, in cui oltre al contingentare gli appuntamenti in rapporto uno-a-uno, si eseguono trattamenti in ambienti separati con un rigoroso protocollo anti-contagio e relativo utilizzo di Dpi (dispositivi di protezione individuale), autoclave e adeguato screening e igienizzazione agli ingressi e alle uscite dell'utenza".

Le battaglie, comunque, non sono terminate. Laudani, infatti, ricorda la strada già intrapresa, ossia quella di riabilitare la figura dell'estetista, oggi purtroppo ancorata alla retrograda Legge 1/90 per la quale l'associazione sta lavorando per un suo immediato rinnovamento con proposte di legge serie e mirate, già presentate al Governo da poco insediato.

Fonte: Quotidiano di Sicilia - Articolo di: Francesca Fisichella

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