Mercoledì, 12 Maggio 2021 09:06

Emergenza in Sicilia.La Confcommercio: 40.000 aziende rischiano di chiudere per la crisi economica

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La Sicilia deve fare i conti con la crisi delle imprese Attività produttive sul filo del rasoio 40 mila aziende rischiano di fallire Il presidente di Confcommercio al quinto giorno di sciopero della fame

PALERMO

La Sicilia spera nel "giallo" a partire dal 16 maggio per effetto anche della revisione dei due indicatori principali con i quali finora il governo ha assegnato i colori: l'Rt ospedaliero e l'incidenza dei casi di infezione da Covid. 11 nuovo modello sarà esaminato oggi nell'incontro tra governo e Regioni dopo Le valutazioni fatte dall'Istituto superiore della Sanità (Iss) e dai tecnici delle Regioni. Il passaggio in zona ad alto rischio avverrebbe se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 30% e al 2076 (ora a140 e al 30). Tre le fasce di incidenza: quella a maggior rischio sarebbe fissata a partire da 150 casi su 100mila persone. Nell'isola il bollettino di ieri indicava 894 nuovi positivi al Covid, su 27.362 tamponi processati, con una incidenza del 3,3%, in leggero aumento rispetto a due giorni fa. La Regione era seconda per numero di contagi giornalieri dietro la Campania. Le vittime sono state 26 e portano il totale a 5.592.11 numero degli attuali positivi è di 22.162 con una riduzione di 68 casi. I guariti sono 936. Negli ospedali i ricoverati sono 1.092,ventisette in meno, quelli nelle terapie intensive sono 133, due in più. La distribuzione tra le province vede Palermo con 131 nuovi casi, Catania 392, Messina 88, Siracusa 17, Trapani 57, Ragusa 62, Caltanissetta 47, Agrigento 86, Enna 14. E mentre esplode la polemica sulle 50 mila dosi di AstraZeneca in scadenza e che la Sicilia ha deciso di inviare in Puglia, col Pd che in Assemblea siciliana ha chiesto chiarimenti al governatore Nello Musumeci, prosegue spedita l'operazione "isole Covid free". Sul fronte imprese, si registra il grido d'aiuto lanciato dal presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti (al quinto giorno di sciopero della fame), sentito in commissione Attività produttive all'Ars. «Non riusciamo ad essere ottimisti. Moltissime aziende, oltre 40 mila, rischiano la chiusura in Sicilia. Si stima la perdita di almeno 30 miliardi di fatturato e di circa 30 mila unità lavorative. Se non si interviene immediatamente, sarà una catastrofe senza precedenti>, ha avvertito. Alla presenza dell'assessore regionale Minimo Turano, Manenti ha ribadito che «occorre potenziare la misura straordinaria di liquidità gestita dall' Irfis, anche in termini di celerità istruttoria con tempi di deliberazione certi. È indispensabile agevolare e accelerare il contributo a fronte di finanziamenti concessi alle imprese con sede in Sicilia danneggiate dall'emergenza epidemiologica da Covid-19. Ci riferiamo specificata *** mente al cosiddetto Fondo Sicilia che occorre rifinanziare il prima possibile e non più con 1'8% a fondo perduto ma almeno coni! 10%, sempre a fondo perduto». Manenti ha anche sollecitato una terza misura che deve essere modulata per le aziende con maggiori esigenze: un finanziamento sino a 350 mila euro da dividersi tra il sistema bancario e 1'1rfis, in cui l'lrfis si deve impegnare a coprire tutti gli interessi maturati anche perla parte da corrispondere al sistema bancario. Il riferimento è alla prevista rimodulazione dei fondi europei e nazionali extra finanziaria (250 milioni di euro), da utilizzare per i ristori alle imprese colpite dalla crisi dovuta alla pandemia. Rimodulazione che, secondo Confcommercio Sicilia, deve essere immediata così come altrettanto immediata deve essere la scelta dei criteri e delle modalità per l'erogazione dei contributi che deve avvenire sempre attraverso l'Irfis. Chiesti ristori, altresì, sia per le utenze che per gli affitti. Risorse in più che devono essere stanziate direttamente ai proprietari degli immobili che dimostrano, attraversa i contratti registrati, il loro credito. In questo modo, i fondi arriveranno direttamente ai proprietari e non incideranno sui ristori previsti, anche se, di fatto, i benefici ricadranno positivamente su tutti. Manenti ha spiegato che proseguirà con lo sciopero della fame sino a quando non si avranno i primi risultati concreti a sostegno delle categorie più duramente colpite. Tra le richieste di Confcommercio Sicilia no al coprifuoco.

Fonte: Gazzetta del Sud

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