Nel 2021 si sono registrati segnali di vivacità dei consumi, anche se prevalentemente per effetto di un rimbalzo statistico visto che il confronto è con i lockdown e la crisi del 2020. Tuttavia, non è stato certo l'anno della ripartenza di tutti i settori e di una ripresa diffusa sul territorio. Il nostro Ufficio Studi, infatti, conferma questo scenario: Pil +6,2% e consumi +5,0% per l'anno che si è appena chiuso, ma con interi settori - a cominciare dalla filiera turistica e dall'area della cultura e del tempo libero. Che sono ancora molto distanti dai livelli del 2019 e che recupereranno i livelli pre-pandemia solo nel 2023. Mi riferisco, in particolare, al sistema ricettivo e alla ristorazione che hanno visto crollare i consumi di quasi il 30%, ai servizi culturali e ricreativi che fanno segnare un -21,5%, ma anche ad altri comparti, come i trasporti e l'abbigliamento e le calzature, che hanno subito perdite di consumi a doppia cifra. Senza dimenticare, naturalmente, la drammatica situazione del settore dell'intrattenimento con la chiusura delle attività. Dopo la crisi senza precedenti del 2020 - con perdite di Pile consumi più elevate sia nei confronti del dato nazionale che dell'area del Nord-Est, anche per il crollo del turismo con un dimezzamento di presenze rispetto al 2019 - l'economia veneta ha reagito facendo segnare, nel 2021, performance migliori della media nazionale con una crescita del 6,5% del Pil e del 5,8% per i consumi. Tuttavia, per il Veneto e per l'intera economia nazionale, il recupero prosegue più lentamente del previsto e si concretizza la crescita dell'inflazione. Una crescita innescata dai prezzi delle materie prime e che, anche per i rincari delle bollette, rischia di ridimensionare i consumi delle famiglie italiane, che possono però fare conto su un "eccesso" di risparmio forzoso e precauzionale accumulato negli ultimi due anni. Contro gli effetti negativi dell'inflazione importata, bisogna rafforzare la crescita attraverso la messa a terra degli investimenti del PNRR e di quelli previsti dalla legge di bilancio per il 2022. Quanto alle bollette, occorre che il tavolo di confronto con le imprese annunciato dal Ministro Giorgetti porti rapidamente a risultati concreti. In questa situazione, resa ancora più difficile dalla recrudescenza della pandemia, il Governo deve accelerare. Lo si è fatto perla campagna vaccinale. Ma vanno anche date risposte efficaci ed urgenti alle imprese che soffrono e che rischiano di chiudere nei prossimi mesi. Per evitarlo, bisogna sostenere i settori più colpiti con indennizzi, con crediti d'imposta dedicati - come quelli per le locazioni commerciali o per le giacenze di magazzino del commercio moda - con moratorie fiscali e con un nuovo ciclo di cassa Covid. Ma è anche necessario e urgente prorogare le moratorie sui prestiti bancari e predisporre strumenti di rimodulazione delle scadenze dei finanziamenti. Le risorse vanno assolutamente trovate, perché bisogna evitare ad ogni costo che pandemia e crisi economica inneschino una nuova, pericolosa emergenza sociale.
Carlo Sangalli
Dal Gazzettino del 16 gennaio 2022