Mercoledì, 11 Maggio 2022 08:46

BOLLETTE E CARBURANTI, DAL GOVERNO 4,4 MILIARDI PER FAMIGLIE E IMPRESE

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Cominciata in Senato la discussione sul “decreto taglia prezzi", approvato dal Cdm per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e sostenere le imprese. Confcommercio: "scelte giuste, ma da potenziare".

Nuove modifiche per il decreto "Contrasto agli effetti economici e umanitari della crisi ucraina", anche detto "ucraina bis" o "taglia prezzi", il provvedimento da 4,4 miliardi di dotazione finanziaria approvato dal Consiglio dei ministri con l’obiettivo di difendere il potere di acquisto delle famiglie e il tessuto imprenditoriale, soprattutto quello più esposto con le nazioni in guerra. Gran parte delle risorse arriva con una tassazione del 10% sugli extraprofitti delle società energetiche. Le principali misure del provvedimento sono:

taglio di 25 centesimi delle accise sui carburanti fino all'8 luglio;
bonus sociale allargato a 5,2 milioni di famiglie, che pagheranno luce e gas come l'estate scorsa;
bollette a rate e crediti d'imposta per le imprese;
golden power rafforzato.
Le novità più recenti arrivano dall'ok delle commissioni Finanze e Industria del Senato a una serie di emendamenti, tra cui spiccano tra cui l'estensione del potere di golden power del Governo al settore idroelettrico, e una nuova stretta sui bonus edilizi: dal primo luglio del prossimo anno per beneficiare dei bonus edilizi per lavori, bisognerà rivolgersi ad imprese che hanno la certificazione SOA, fino ad oggi necessaria solo per le aziende che intendevano partecipare ad appalti pubblici.. Sul fronte del caro-energia, oltre alla proroga del taglio delle accise, viene estesa fino alla fine di giugno la rateizzazione delle bollette di energia elettrica e di gas naturale per le famiglie, e viene alzato il tetto Isee per accedere al bonus sociale. Per bar e ristoranti viene prorogata al 30 settembre la possibilità di mantenere i dehors, pagando ma senza richiedere nuove autorizzazioni.

La discussione generale sul testo è cominciata il 10 maggio nell'Aula di Palazzo Madama. Il governo ha preannunciato l'intenzione di porre la questione di fiducia, che dovrebbe essere votata giovedì 12 maggio.

 

Confcommercio: "scelte giuste, ma da potenziare"


“È importante l’introduzione di crediti d’imposta fruibili anche da parte delle imprese che non rientrano nelle consuete definizioni di imprese ‘energivore’ e ‘gasivore’. Occorre infatti contrastare le pesantissime conseguenze della crisi energetica a carico dell’intero sistema produttivo”, ma occorre “un rafforzamento della misura in termini tanto di percentuale di ristoro e di durata, quanto di una sua più ampia accessibilità”. Così Confcommercio sulla parte del decreto contenente le misure per contrastare i rincari dell’energia elettrica, mentre sulla riduzione delle accise la Confederazione sottolinea che l’intervento “andrebbe reso più incisivo e più duraturo in ragione sia degli straordinari rincari dei prezzi industriali dei carburanti, sia dell’eccessivo onere strutturale del prelievo fiscale su tali prodotti. Si conferma, dunque, la necessità di una riforma organica della fiscalità energetica e degli oneri generali di sistema”. Importante, poi, “l’attenzione rivolta al mondo dell’autotrasporto. Occorre ora che prosegua il confronto con il Governo sul ruolo determinante del sistema logistico e dei trasporti per la competitività del Paese”. Quanto infine alla parte dedicata al turismo, “bene l’applicazione anche alle imprese della disposizione che, per situazioni di particolare difficoltà economica, consente, in caso di esaurimento dei limiti di durata dei trattamenti di integrazione salariale, di fare ricorso a ulteriori 26 settimane di ammortizzatore ordinario fino al 31 dicembre 2022”, ma le risorse stanziate a tal fine “andranno decisamente e tempestivamente adeguate, così come quelle destinate al credito d’imposta Imu per estenderne la sfera di applicazione alle componenti del turismo attualmente non previste e ai casi di riduzione del fatturato, pur sempre significativa, del trenta per cento e oltre”.

Benzinai: "Il decreto taglia accise non prevede nessun meccanismo di compensazione"
In una nota comune le associazione dei gestori Figisc e Faib sottolineano che ''il recente decreto legge che prevede il taglio lineare delle accise di 25 centesimi + Iva su benzina e gasolio, non contempla nessun meccanismo di compensazione. Fermo restando la condivisione del provvedimento, utile a calmiera il prezzo finale, a nostro avviso non si è tenuto in alcun conto delle ripercussioni causate alla categoria dei gestori''. 'Se esiste un quadro di relazioni particolari - prosegue la nota - questo è proprio quello che regola il rapporto tra gestore e fornitore/proprietario dell'impianto, dove il secondo determina il prezzo dall'inizio alla fine (dal prezzo a cui il gestore acquista a quello con cui vende al consumatore finale dietro un compenso fisso di circa 3,5 cent/litro necessario a remunerare il proprio lavoro nonché i costi aziendali, la previdenza, le tasse e l'onere finanziario dell'acquisto di una merce da lui comprata e pagata)''. ''E' palese, quindi, che il prodotto presente nei serbatoi dei gestori abbia subito una drastica riduzione del valore, pari a circa 10 volte il suo margine, costringendo i gestori ad una vendita sottocosto. Per fare un esempio, a fronte di 20.000 It. di giacenza, la perdita secca è di 5.000 euro: un 'prelievo forzoso' dai conti correnti delle nostre aziende, che in un trend di riduzione di erogati, aumento dei costi per l'energia, maggiore esposizione finanziaria derivata dal contestuale aumento per prodotti, rappresenta l'ennesimo elemento che va a peggiorare i conti economici''. ''Chiediamo pertanto - concludono Figisc e Faib -di valutare tutti questi elementi che "fotografano" la subalternità della categoria, per mettere in atto le tutele necessarie, quali stabilire che le 'partite' dare/avere tra inizio e fine del citato provvedimento siano rese "neutre" tramite una compensazione che produca, a secondo del caso, una nota credito oppure una nota debito a fronte delle giacenze dichiarate''.

 

Autotrasporto: Fai-Conftrasporto chiede correttivi al decreto sul gasolio


“Il taglio lineare del prezzo del gasolio di 25 centesimi alla pompa, susseguente alla riduzione delle accise per un mese, determina impatti fortemente negativi sulle imprese di autotrasporto”. È la denuncia di Fai-Conftrasporto, secondo la quale “la misura voluta dal Governo, e contenuta nel decreto energia del 21 marzo scorso, pur muovendo da buone intenzioni (un taglio lineare del prezzo del carburante per tutti i cittadini italiani), sta determinando gravi e inaccettabili distorsioni del mercato, con pretese ingiustificabili da parte dei committenti”.

Per la Federazione, inoltre, il provvedimento “penalizza le imprese con veicoli di categoria euro5 ed euro6 che hanno creduto nella transizione ecologica, investendo nel ricambio veicolare, rispetto alle imprese che possiedono veicoli con motorizzazioni più inquinanti. Tutto ciò, non solo contrasta con il principio ‘chi più inquina più paga’, ma rischia di favorire episodi di concorrenza sleale”. Fai-Conftrasporto auspica dunque una sollecita “definizione degli strumenti di spesa dei 500 milioni di euro, sui quali si concentra l’aspettativa delle imprese che, paradossalmente, si trovano più in difficoltà di quanto non si trovassero prima della firma del protocollo d’intesa siglato con la viceministra Bellanova”.

 

Fto: "la burocrazia blocca le domande di Fis, dipendenti senza stipendio"


"Per colpa della solita burocrazia i sostegni sugli ammortizzatori stanziati dal governo a beneficio del turismo organizzato rimangono ancora una chimera. Ecco i soliti due tempi all'italiana: prima i provvedimenti sbandierati e poi le pastoie procedurali che, in silenzio, ne bloccano l'applicazione concreta. Gli adempimenti per le domande sul Fis sono complessi, onerosi e incerti nei tempi. Ad oggi Inps non le ha approvate e dunque i nostri addetti sono senza stipendio dal primo gennaio scorso. È a dir poco scandaloso". È la denuncia di Franco Gattinoni, presidente di Fto, la Federazione Turismo Organizzato aderente a Confcommercio.

"Con l'arrivo del 2022 ci hanno costretti dentro il nuovo regime di ammortizzatori, abbandonando la strada consolidata della Cassa in deroga - prosegue Gattinoni - e hanno cercato di semplificare l'iter di fruizione per il periodo gennaio-marzo". Tuttavia, “gli snellimenti hanno mal funzionato e per giunta, con le otto settimane di integrazione salariale che scattano dal primo aprile, si tornerà alle procedure standard che equivalgono a vere e proprie sabbie mobili. Si tratta di una trafila troppo lunga e complessa, soprattutto per le aziende sotto i cinque dipendenti che non avevano mai usato questi strumenti in passato. Non si può pensare che le microimprese seguano lo stesso iter delle medie e delle grandi, con relazioni tecniche e report sulla situazione economico-finanziaria da presentare”.

“Sta succedendo che le domande costano e quasi azzerano i benefici; dunque il gioco non vale la candela e molti imprenditori stanno addirittura rinunciando a presentarle. L'emergenza, però, non attende i tempi della burocrazia - conclude Gattinoni - e dopo due anni di pandemia il governo deve assolutamente agire per evitare che ciò che resta del nostro settore rimanga sepolto sotto un mucchio di inutili carte".

 

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