Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha aperto i lavori della trentaseiesima Assemblea Generale della Confederazione che ha visto la partecipazione del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Nella sua relazione il presidente ha toccato, come di consueto diversi temi legati all’attualità politica ed economica. “Solo qualche mese fa – ha esordito Sangalli - sembrava impossibile immaginare di dover utilizzare la parola guerra all’inizio di una relazione assembleare. Il virus della guerra non è debellato definitivamente dal continente europeo. Il vaccino contro la guerra esiste. Lo troviamo nei valori occidentali ed europei, nel multilateralismo tenace e nel coordinamento paziente tra stati liberi e democratici. Lo si scopre dentro le azioni ragionevoli per la pace equa, dentro la solidarietà e l’aiuto concreto alle vittime ucraine e ai profughi di guerra. Abbiamo valori, cultura, legami e risorse per risolvere i problemi della situazione attuale. Abbiamo valori per superare le incognite delle crisi multiple planetarie. Abbiamo valori per guardare con speranza e con fiducia al futuro e per sanare le devastazioni -materiali e ideali- della guerra”.
Italia e prospettive economiche
Il presidente ha poi rivolto lo sguardo verso il nostro Paese. “Pensiamo all’Italia. In questo quadro difficilissimo, il nostro Paese non è più considerato il malato d’Europa. L’Italia nel momento più buio ha reagito con impegno e responsabilità, cogliendo insperati successi. Le imprese e i lavoratori, con il contributo concreto delle istituzioni, hanno consentito una reazione vitale e robusta che ha superato ogni previsione”. “Crisi economica, crisi geo-politica, crisi energetica. Oggi si affaccia anche lo spettro della crisi alimentare. In tutto questo, se non c’è stata anche una crisi sociale, lo dobbiamo proprio ai corpi intermedi, quelli che hanno funzionato e sono realmente rappresentativi. E lo dobbiamo anche alle istituzioni del territorio, alle autonomie funzionali, come le Camere di commercio. Con l’impennarsi delle quotazioni energetiche di fine 2021, era già chiaro che questo 2022 ci avrebbe dato filo da torcere. Poi, è arrivata la guerra in Ucraina. Tra le tante conseguenze drammatiche e quelle complicate per l’economia, si sono acuiti i problemi pregressi. Nel 2023, il prodotto dovrebbe mantenersi sostanzialmente in linea con la crescita dell’anno in corso, rendendo possibile -finalmente- recuperare i livelli di attività economica registrati nella media del 2019. I dati del 2021 rivelano già una sostanziale differenza rispetto alla storia economica del nostro sistema produttivo degli ultimi decenni”.
Il terziario e la ripresa economica
Sangalli ha poi sottolineato che “prima di questa crisi, il terziario di mercato, cioè le nostre imprese, anche nei periodi difficili per l’economia, riusciva a riassorbire e compensare gli effetti negativi, soprattutto sotto il profilo dell’occupazione. Oggi, invece, i servizi hanno lasciato sul campo della pandemia 930mila unità di lavoro rispetto al 2019. Se non riparte il terziario, non riparte l’Italia. Nell’arco degli ultimi trent’anni, la crescita dell’Italia si ferma al di sotto del 12% a fronte dell’oltre 36% della Germania e del quasi 50% del Regno Unito, solo per fare due esempi. Nel periodo 2021-2027, il nostro Paese deve gestire tra PNRR e altre risorse nazionali e comunitarie, circa 470 miliardi di euro. Abbiamo giustamente inserito in Costituzione il riferimento all’interesse delle prossime generazioni alla sostenibilità ambientale”.
Turismo
Un settore che invece gode di buona salute in questo momento è il turismo e Sangalli lo ha evidenziato: “Oggi le prospettive per il turismo italiano sono buone ma serve un recupero completo e questo è ancora da raggiungere”. “Di turismo, invece, nelle politiche pubbliche, si parla troppo poco: se ne parla troppo poco nel PNRR, troppo poco nel Fondo complementare, troppo poco anche nel DEF, che pur ci sembra condivisibile nella sua struttura complessiva”. Poi c’è il tema delle regole: “Gli imprenditori chiedono regole, regole giuste. A questo proposito, i primi a chiederle sono i nostri balneari, protagonisti, con gli altri imprenditori turistici, del tema delle concessioni demaniali. Il tema è trovare l’equilibrio tra un’apertura del mercato e la tutela dei diritti degli attuali concessionari. Bisogna recuperare tutti i margini di intervento possibili per valorizzare il lavoro di tante famiglie, tanti imprenditori, tra cui tante donne e tanti giovani, che chiedono soltanto giuste regole e un giusto indennizzo”.
La cultura
“C’è, inoltre, un altro settore troppo spesso dimenticato: è l’impresa legata al mondo della cultura, che, peraltro, è una preziosa risorsa per il turismo nel nostro Paese. Come sappiamo, durante la pandemia, si sono fermati lavoratori, maestranze e tecnici. Ora, le imprese del settore meritano attenzione ed investimenti, perché il fare cultura è insieme passato, presente e futuro di un Paese. E il consumo culturale va dunque incentivato, sostenendo, così, anche aziende e attività che creano relazioni in nome del sapere, come le librerie".
Le professioni
Secondo il presidente di Confcommercio, “la crisi sanitaria ha poi stravolto lo stesso lavoro autonomo e i professionisti, interpreti di quella economia della conoscenza indispensabile, tra l’altro, per l’attuazione delle grandi transizioni del Paese e per la messa a terra del PNRR. Occorrono nuove politiche a misura dei professionisti, a partire dai non ordinistici, con riforme che riescano ad integrare tutele specifiche con incentivi per la crescita. Torno sulla chiarezza delle regole e aggiungo qui un’altra considerazione che riguarda gli operatori del commercio su aree pubbliche. E’ singolare come norme decise dal Parlamento possano essere talvolta messe in discussione, in qualche parte del Paese, con interventi delle istituzioni amministrative”.
Europa e energia
"Abbiamo bisogno di più Europa per una riforma compiuta del Patto di Stabilità e Crescita e per nuovi e strutturali strumenti di stabilizzazione macroeconomica. Abbiamo bisogno di più Europa per una comune politica energetica. Intanto andrebbe raccolta, senza indugio, la sollecitazione italiana alla costituzione di comuni stoccaggi e riserve energetiche europee. Occorre certo rilanciare la produzione nazionale di gas e rafforzare la capacità di rigassificazione del nostro Paese”. “Più Europa ancora – ha precisato Sangalli - per un Recovery Fund energetico così da far fronte alle ripercussioni diseguali della crisi energetica e delle sanzioni sui diversi Paesi. Perché quello che non ha fatto la pandemia ai servizi e al commercio, rischiano di farlo gli insopportabili costi energetici”.
Energia, trasporti e logistica
“Riconosciamo al Governo di avere annullato, in modo provvisorio, gli oneri generali di sistema, introducendo sostegni anche per le imprese che non rientrano nelle tradizionali categorie delle “energivore” e delle “gasivore”. Si è ridotto, in modo temporaneo, il peso delle imposte sulle bollette energetiche e sui carburanti. Ma va attentamente valutato l’impatto di filiera della tassazione dei cosiddetti extra-profitti delle aziende energetiche”. “Tuttavia – ha detto Sangalli - crediamo si possa fare davvero ancora di più. Pensiamo, in particolare, a crediti d’imposta più inclusivi e ad una riforma organica degli oneri generali di sistema e della fiscalità energetica. Va ribadito che la sostenibilità ambientale o è anche economica e sociale, o non è. Si pensi, in particolare, al settore dei trasporti e della logistica, che è decisivo, direi abilitante, per il resto dell’economia e che sta soffrendo con particolare intensità per il caro carburante. Partiamo già da un’accisa sul gasolio che è, in Italia, la più alta d’Europa. Vanno inoltre rafforzate le buone pratiche del trasporto combinato ferroviario e delle autostrade del mare perché proprio dall’economia blu possono giungere per l’Italia importanti opportunità di crescita e di sviluppo, anche in chiave euro-mediterranea”.
Transizione digitale
“La transizione ambientale, dunque è un orizzonte prossimo, così come la transizione digitale, che è ormai una rivoluzione quotidiana, che ha cambiato il nostro modo di essere cittadini, lavoratori, imprenditori. Serve, cioè, una Transizione 4.0 più attenta ai percorsi dell’innovazione nelle imprese dei servizi, per accompagnare le piccole medie imprese verso il digitale, facendo leva sugli stessi ecosistemi digitali che, come Confcommercio, abbiamo promosso. Transizione ambientale e transizione digitale dunque si incrociano, obbligandoci a ripensare la nostra identità collettiva e i luoghi dove essa si esprime”.
Città
Un altro tema molto caro a Confcommercio è quello delle città: “Lo abbiamo riscoperto nella drammatica stagione della pandemia: la nostra prossimità, fatta di tante attività, con le persone come protagoniste – ha tenuto a ricordare Sangalli - è stata un servizio per tutti, un’occasione di socialità, un presidio di speranza. Per noi, che siamo la rappresentanza delle città e nelle città, le città restano fabbriche di servizi, luoghi nei quali la creatività e la capacità di innovazione, di imprese e cittadini, trova modo di esprimersi”.
I divari sociali, territoriali, generazionali
“Città più inclusive, produttive ed attrattive sono la base per la riduzione dei divari. Dei divari sociali, dei divari territoriali e dei divari generazionali. Noi consideriamo la legalità il prerequisito dello sviluppo. E’ l’impegno per la diffusione di «reti» di legalità che accompagnino i percorsi di denuncia delle vittime del racket, delle estorsioni e dell’usura. Passando a quelli territoriali, pensiamo alla distanza tra Nord e Sud del Paese, che resta ampia, troppo ampia. Si tratta di una malattia cronica che compromette le chance di crescita dell’intero sistema-Paese. Fino agli anni Novanta l’emigrazione da Sud a Nord allargava la base produttiva delle regioni italiane più ricche, mentre oggi dal Nord stesso si emigra verso altri Paesi. È giusta e doverosa, dunque, l’attenzione che il PNRR dedica al nostro Mezzogiorno, soprattutto se, come dicevamo prima, non si interpretano le risorse come soldi ma come investimenti”.
Lavoro, contrattazione e welfare
Poi, il presidente di Confcommercio ha toccato uno dei temi sui quali si fonda l’impegno di Confcommercio: “Il nostro essere e fare sindacato si declina concretamente nel perimetro del mercato del lavoro. E qui viene al pettine il nodo dei rinnovi contrattuali, sul quale è evidente che le imprese del terziario di mercato si trovano in una 16 situazione difficilissima, strette tra crescita dei costi e la debolezza persistente dei consumi. È questo lo scenario in cui si colloca la questione del rinnovo del contratto collettivo del terziario. I contratti del terziario riguardano 3,5 milioni di lavoratrici e di lavoratori. Tutto quello che succede nel nostro contratto nazionale non solo influenza la vita di tantissime persone, ma impatta sulle dinamiche macroeconomiche del Paese. La crisi di lungo corso della produttività e la debolezza della crescita sono le cause di fondo dell’andamento della dinamica salariale. Serve, invece, uno straordinario impegno comune per rilanciare la produttività complessiva del sistema Paese. E’, ancora una volta, il tema della «messa a terra» del PNRR, ma non solo. E’, più in generale, il tema di una mobilitazione, appunto, di impegni pubblici e privati per la costruzione di un futuro diverso e migliore. Ecco, il patto che occorre. Un patto per rafforzare la partecipazione al mercato del lavoro”. “Un patto – ha evidenziato Sangalli - che diventa così una risposta alla questione del salario minimo. Una risposta che si basa sulla valorizzazione erga omnes dei trattamenti economici e del welfare contrattuale previsti dai contratti collettivi. Ci ha fatto grande piacere che tante voci autorevoli nel Governo, commentando la decisione europea sul salario minimo, abbiano ribadito la centralità del sistema della contrattazione collettiva, che caratterizza in positivo il nostro Paese. Per quel che riguarda il reddito di cittadinanza, non ne neghiamo certo l’utilità per le fasce di popolazione più deboli. Ma vanno rafforzati i controlli e va accelerato il decollo delle politiche attive per il lavoro. Diversamente, non si rende un buon servizio alla costruzione di una sicurezza sociale «possibile e sostenibile», come l’avrebbe definita Marco Biagi”.
“Diversamente, non si rende un buon servizio all’incontro difficile tra domanda e offerta di lavoro. Un obiettivo che richiede scelte puntuali in materia di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro. Che richiede, ancora, una compiuta applicazione di un principio di «bonus malus» per i nuovi ammortizzatori sociali, che certo sono più inclusivi, ma anche più costosi. Un obiettivo comune che richiede, infine, la stessa detassazione degli aumenti contrattuali. Un’Italia più attiva e più innovativa, dunque. Che mantenga saldo nel sistema previdenziale, il patto tra generazioni. Con i buoni pasto, le aziende hanno potuto esternalizzare un costo e i lavoratori hanno potuto avere un servizio diffuso, con relativi benefici fiscali e contributivi. Perché non è possibile che tante imprese della ristorazione, dei pubblici esercizi e della distribuzione alimentare si trovino schiacciate tra costi crescenti e commissioni altissime”.
Credito
Un tema molto caldo è anche quello del credito: secondo Sangalli, “vanno rafforzate le sinergie tra gli strumenti pubblici di garanzia ed i Confidi di matrice associativa. Per quel che riguarda gli strumenti della moneta elettronica, ormai imprescindibili nella nostra quotidianità, è necessaria una stabile e strutturale riduzione dei costi, a partire dall’azzeramento delle commissioni sui pagamenti di piccolo importo”.
Tasse e riforma del catasto
Resta, poi, il tema dei temi al quale Sangalli dedica la chiusura della sua relazione: quello delle imposte. “Bene il regime transitorio a tassazione ridotta in presenza del superamento dei parametri della flat tax. Giusta la neutralità della forma giuridica dell’impresa ai fini del reinvestimento degli utili prodotti”. “Non sarebbero accettabili, invece – ha voluto ribadire con forza il presidente di Confcommercio - maggiori tasse sulla casa. La tutela del bene casa, anche nello stesso ambito del riordino delle spese fiscali, sia anche l’occasione per maggiore chiarezza e certezze sul sistema dei bonus. Certo, riguardo la cessione del credito dei bonus edilizi, le misure del recente Decreto aiuti vanno nella giusta direzione ma non sono ancora sufficienti. Perché molte aziende stanno rischiando il corto circuito economico e finanziario e si ritrovano con il cassetto fiscale pieno di crediti bloccati”. “Riteniamo nel complesso giusti gli obiettivi della Legge Delega per la revisione del sistema fiscale: semplificazione e riduzione degli adempimenti; crescita dell’economia; progressivo superamento dell’IRAP; riordino di IRPEF, IRES ed IVA. Ma per l’Iva non è possibile pensare solo a meri incrementi del gettito ed occorre particolare attenzione agli equilibri di mercato per imprese e consumatori”.
All’Assemblea hanno partecipato le delegazioni territoriali del sistema Confederale in rappresentanza delle oltre 700mila imprese associate del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e logistica, delle professioni. Nel parterre, saranno presenti, tra gli altri, il Vice Presidente della Camera, Andrea Mandelli, i ministri Bonetti, Brunetta, Carfagna, Garavaglia, Gelmini, Patuanelli, Stefani, i Viceministri Bellanova e Pichetto Fratin, il Presidente di ARERA, Besseghini, il Presidente dell’Abi, Patuelli, i Segretari generali di Cgil e Cisl, Landini e Sbarra, il Presidente del CONI, Malagò, il Presidente dell’Enit, Palmucci e altri rappresentanti delle istituzioni, della politica, delle forze dell’ordine e del mondo economico e sociale.
L'incontro di quest’anno ricopre un valore simbolico straordinario perché è il ritorno alla normalità. Infatti, dopo le edizioni “Covid”, si torna ad una partecipazione ampia di moltissime delegazioni territoriali. Anche i contenuti della relazione del presidente Sangalli richiameranno gli ultimi effetti della pandemia con la necessità di dare una prospettiva di maggior crescita all’economia. Crescita che può avvenire solo a due condizioni: il successo della diplomazia internazionale per fermare la guerra in Ucraina e la messa a terra del Pnrr per sfruttare a pieno e bene le risorse che ci vengono dall’Europa.
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Campagna social: "Le imprese chiedono..."
Gli oltre 700mila imprenditori del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e delle professioni associati a Confcommercio svolgono le loro attività su tutto il territorio nazionale con passione e dedizione. Questo mondo, quello del terziario, abbraccia piccole realtà, ditte individuali fino alla Gdo, passando per ristoranti, alberghi, professioni, logistica e autotrasporto. Un mondo che abbiamo voluto raccontare attraverso i volti e le istanze di tanti imprenditori che chiedono da anni riforme strutturali per lavorare in condizioni di mercato più efficienti e migliori. Lo strumento che abbiamo ritenuto ideale è quello dei social, dove si privilegia il messaggio semplice e immediato.
Svolgimento dei lavori
L’Assemblea inizierà, come di consueto, con il messaggio di saluto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Si continuerà con la relazione del presidente Carlo Sangalli e le conclusioni saranno affidate al Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.
Ospiti
Quest’anno sarà il primo, dopo tre di pandemia, senza restrizioni. In platea, tra gli altri, i rappresentanti del Governo, delle Istituzioni, del mondo politico, economico e sindacale, oltre ai vertici dei territori e delle categorie del sistema associativo di Confcommercio provenienti da tutta Italia.
Le edizioni precedenti
Nelle precedenti edizioni dell’Assemblea, dall’inizio della Presidenza Sangalli, sono intervenuti, tra gli altri, i Presidenti del Consiglio e i Ministri:
Giancarlo Giorgetti (2021);
Luigi Di Maio (2018 e 2019);
Carlo Calenda (2017);
Matteo Renzi (2016);
Federica Guidi (2014 e 2015, edizione quest’ultima tenutasi a Milano in occasione dell’Expo);
Flavio Zanonato (2013);
Corrado Passera (2012);
Paolo Romani (2011);
Giulio Tremonti (2009);
Silvio Berlusconi (2008 e 2010);
Claudio Scajola (2008);
Pier Luigi Bersani (2007 e 2006).
Chi è Confcommercio
logo confcommercio
Nata nel 1945, Confcommercio-Imprese per l’Italia associa oggi oltre 700.000 imprese del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e delle professioni costituendo la più grande rappresentanza d’impresa italiana. Attraverso il suo sistema associativo - articolato a livello territoriale, di categoria e di settore – Confcommercio tutela e rappresenta le imprese associate nei confronti delle istituzioni, nazionali ed internazionali, valorizzando il ruolo del terziario di mercato e dell’economia dei servizi. Inoltre stipula i contratti nazionali di lavoro del commercio e del turismo e altri accordi collettivi.
Confcommercio durante la pandemia
Confcommercio ha affrontato la "stagione" della pandemia Covid-19 con grande impegno, puntualità e capacità di reazione. Un lavoro notevole, fatto anche di proposte e richieste che hanno prodotto risultati concreti nei confronti delle imprese associate, contribuendo alla tenuta sociale di territori e categorie. Sono stati messi in campo nuovi progetti e servizi, ma anche rinnovati strumenti e modalità di comunicazione con gli associati e le imprese.
Da questo punto di vista, il sistema di comunicazione confederale ha visto sostanzialmente tre linee di azione. La prima linea è stata quella del potenziamento della comunicazione interna per informare e aggiornare tutto il Sistema, in particolare Associazioni e Federazioni, rispetto ai provvedimenti che il Governo ha via via assunto. La seconda linea di azione è stata il presidio forte e continuo del mainstream (tv, radio, giornali e agenzie). Infine, la terza linea è stata il potenziamento dell’informazione digitale e dei social.
Crisi Ucraina, scenari e conseguenze
La guerra in Ucraina ha avuto e avrà un impatto “importante” sugli scenari economici internazionali dei prossimi anni. È ormai universalmente riconosciuto che i livelli di crescita previsti nel 2022, dopo aver superato il guado della pandemia, non saranno raggiunti e anzi ci si aspetta una contrazione in termini di Pil più o meno decisa a seconda dei parametri presi in considerazione. Una situazione difficile dunque che come ha ricordato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, durante il recente Forum Internazionale di Villa Miani, “richiede flessibilità delle politiche di bilancio e sostegno degli investimenti”. Per quel che riguarda i “numeri”, le previsioni del Def su inflazione e crescita nel nostro Paese andranno sicuramente riviste. L’Ufficio Studi Confcommercio prevede per quest’anno un aumento del 2,1% del Pil e del 2% per i consumi privati, e un tasso di inflazione al 6,5%.
Adeguamento alle nuove sfide: la digitalizzazione del Sistema
Il Covid-19 ha accelerato la digitalizzazione. Coerentemente con questo cambiamento in atto, Confcommercio ha rafforzato il suo impegno in questo ambito dotandosi delle competenze necessarie per far evolvere il proprio modello di rappresentanza e servizio.
Attraverso EDI, il digital innovation hub presente sul territorio con una rete di 59 sportelli innovazione, Confcommercio è in grado di supportare le Associazioni del Sistema nelle attività finalizzate all’innovazione delle PMI, sfruttando le possibilità offerte dalla trasformazione digitale. In particolare, fornendo supporto al cambiamento organizzativo del Sistema, individuando e mettendo a disposizione strumenti per creare nuovi associati e fidelizzare la base associativa.
Durante il 2020 le azioni sono state rivolte principalmente alla formazione e supporto agli sportelli, alla consulenza alle imprese, alla creazione e attuazione di un piano di comunicazione interno ed esterno.
Le attività sono state sia di tipo trasversale, interessando le imprese di tutti i settori di attività economica rappresentati, sia di tipo settoriale, cercando di supportare quelle attività maggiormente penalizzate dai DPCM Covid.
Nell'ambito delle attività di Confcommercio legate allo sviluppo dell’innovazione, rientra, tra gli altri, anche il progetto Borghi 2.0, in collaborazione con eBay, sviluppato per supportare le Associazioni nelle attività di assistenza ai piccoli negozianti dei borghi italiani a cogliere le opportunità che il commercio online può offrire. Si tratta di un'iniziativa che punta non solo a fornire nuovi strumenti alle imprese locali, ma che vuole gettare le basi per pensare a un modello di "borgo del futuro",dove tradizione e innovazione si integrano con successo.
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, Confcommercio è sceso in campo con il progetto Imprendigreen, un’iniziativa per aiutare e accompagnare le imprese nel percorso di transizione ecologica. L’iniziativa prevede una serie di azioni per educare le aziende nel mondo dell’economia circolare e della tassazione ambientale. Indirizzerà gli imprenditori verso programmi e fondi europei e nazionali messi in campo nell’ambito della sostenibilità ambientale.