ENNA
La stagione estiva, come altrove, mette in evidenza una problematica diffusa per i tanti commercianti; Cna analizza il fenomeno e spiega cosa accade. Dopo due anni di chiusure o comunque parziali aperture a causa della pandemia, questa estate ha segnato la ripartenza di tante attività economiche, ma molte delle quali stanno riscontrando difficoltà nel trovare lavoratori stagionali. Molte aziende lamentano infatti una problemi a trovare dei dipendenti e questo accade anche in provincia di Enna. A soffrirne sono paradossalmente soprattutto i bar, i ristoranti e le strutture alberghiere. È però pur vero che spesso ai lavoratori stagionali, per lo più ragazzi che vogliono mettere in pratica quanto studiato nelle scuole professionali o tenersi impegnati, vengono sottopagati o comunque ricevono una retribuzione che non si allinea con gli orari di lavoro. Ne parlano a «La Sicilia» Maurizio Prestifilippo, presidente provinciale di Confcommercio, e Stefano Rizzo, direttore di Cna. «C'è una difficoltà strutturale nella ricerca del personale, nel senso che c'è un problema tutto l'anno e non solo in estate che resta il periodo di maggiore lavoro» commenta Rizzo secondo cui per molti giovani non è più un lavoro appetibile oltre ad essere sacrificante «perché ti impegna soprattutto il sabato e le domeniche quando preferiscono fare altro» ma Rizzo evidenzia anche un altro aspetto: «Spesso un ristorante ti offre un contratto part-time perché fai solo le sere e questo crea un problema». Per il direttore di Cna va pure considerato che con la ripresa di alcuni settori, ma non tutti, viene a mancare del personale. Rizzo evidenzia infatti che «c'è una difficoltà anche negli impiantisti e nell'edilizia, anche loro sono strutture che lavorano nei periodi estivi quando si sviluppano i cantieri e anche per loro è un problema trovare personale». Per Prestifilippo le cause «sono dovute al fatto che il Reddito di cittadinanza è un privilegio che impedisce di prendere altri lavori» o chi lo fa è in nero e, continua Prestifilippo, «questo determina che le persone stanno tranquille, non cercano lavoro ed hanno quel minimo di reddito e questo secondo me è conseguenza di un errore nella formulazione di una legge». Per il presidente di Confcommercio serve trovare un punto di incontro tra l'imprenditore, che dovrebbe pagare il giusto, e il lavoratore «e magari se è bravo alla fine con l'intervento dello Stato manterrebbe pure il posto». Prestifilippo è duro nel dire che «purtroppo hanno fatto la legge in un modo strano perché si sono attivati con i navigator che non hanno fatto nulla, neanche i colloqui figuriamoci trovare il posto di lavoro». Adesso, ha quindi proseguito il presidente provinciale di Confcommercio, «hanno smobilitato l'apparato ed il Reddito di cittadinanza è diventato un sussidio di povertà che però sta facendo perdere nelle persone l'attitudine nella ricerca del lavoro».
La Sicilia
pdf Articolo del 11/07/2022 (368 KB) di William Savoca