Nel bollettino altri 24 morti, positivi sotto quota 500 ma con meno tamponi Si riparte da giallo e... vaccini In Sicilia oggi riaprono ristoranti e musei, possibili gli spostamenti tra Comuni. Restano i controlli sanitari in aeroporti e porti. Arrivatele prime dosi di AstraZeneca: ecco a chi andranno Controlli: verranno mantenuti tutti i punti per i tamponi rapidi su chi arriva Sicilia gialla, al via i vaccini agli under 55 Musumeci: dare priorità pure ai disabili Parte la somministrazione AstraZeneca. Razza: gli esperti escludono il virus africano sul paziente positivo rientrato nell'Isola. Sale il numero di morti: 24 Si inizia con 44 mila dosi La profilassi interesserà il mondo della scuola e delle università, le forze armate e di polizia Andrea D'Orazio Da oggi, meno restrizioni anti-Covid, ma un'arma in più per arginare la diffusione del virus: è il risveglio della Sicilia in zona gialla, coni ristoranti e i bar pronti a ricevere i clienti al tavolo dopo settimane di semi-lockdown, anche se solo fino alle 18, con la possibilità di spostarsi da un comune all'altro, fermo restando il coprifuoco notturno, con i musei aperti (e le palestre ancora chiuse) e con le prime inoculazioni di AstraZeneca, terzo vaccino sbarcato nell'Isola dopo Pfizer e Moderna, autorizzato al momento solo per il target di cittadini tra i 18 e i 55 anni. La profilassi vaccinale interesserà il mondo della scuola e delle università, le forze armate e di polizia e il personale dei servizi essenziali, con una disponibilità iniziale di 44mila dosi, somministrate da subito nelle province di Palermo, Catania, Messina, Enna, Trapani, Ragusa, Siracusa e Caltanissetta, e da mercoledi prossimo anche nell'Agrigentino, mentre a fine mese è previsto l'arrivo di un carico più grande, pari a 59200 dosi. Chi riceverà la prima inoculazione dovrà fare il richiamo dopo 70 giorni, e al momento non c'è una piattaforma di prenotazione, ma un meccanismo ad elenco, con le liste degli aventi diritto compilate dalle prefetture siciliane e dall'Ufficio scolastico regionale insieme al personale amministrativo del sistema sanitario. Le iniezioni saranno effettuate dai Gruppi vaccinali nei vari centri dell'Isola o direttamente nelle infermerie delle caserme (se disponibili) con l'aiuto dei medici della polizia o delle forze armate. Nel capoluogo siciliano si parte oggi con una delegazione scolastica formata da una ventina di professori under 55, classe d'età che molti insegnanti dell'Isola hanno già superato. La Sicilia, dopo la Toscana, è tra le prime regioni d'Italia a iniziare questo percorso insieme al Veneto e al Lazio, e il governatore Musumeci, plaudendo alle parole con cui il premier Draghi ha posto i vaccini in cima alle priorità nazionali, invita già «tutti i cittadini ad aderire alla campagna vaccinale con lo stesso entusiasmo che ha coinvolto oltre il 90% dei medici e infermieri», e l'Esecutivo nazionale «a valutare un piano vaccinale per le persone con disabilita, perché ci sono soggetti fragili che devono essere protetti il prima possibile». Plauso anche per la decisione del Tardi Catania, che ha rigettato il ricorso presentato da coloro che hanno ottenuto la prima dose dell'antidoto senza averne diritto e aspiravano adesso alla seconda, negata dal governo regionale: «Un provvedimento che conferma la nostra valutazione e il valore non solo etico della scelta adottata». Dalla Regione arriva pure una puntualizzazione sull'ordinanza che ha fatto entrare l'Isola in zona gialla fino al 28 febbraio: verranno mantenuti tutti i punti di controllo per l'esecuzione dei tamponi rapidi su chi fa ingresso in Sicilia. Una misura, sottolinea l'assessore alla Salute, Ruggero Razza, «fondamentale anche per fare fronte alla diffusione sul nostro territorio della cosiddetta variante inglese», che ha già causato più di 80 contagi accertati — gli ultimi 20 in ordine di tempo, come anticipato dal nostro giornale, emersi sabato scorso a Palermo—mentre ieri, precisa lo stesso Razza, «è stata esclusa l'ipotesi di una variante africana sul paziente positivo rientrato dall'Africa centrale». Si tratta di un religioso ricoverato da giorni all'ospedale di Partinico a cui era stato somministrato subito un tampone molecolare, analizzato poi dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Palermo, tra i quattro laboratori regionali di riferimento per il sequenziamento del virus. Al momento, il processo per arrivare all'individuazione delle varianti SarsCov2 è piuttosto lungo, perché passa appunto dalla «scansione» dell'estratto molecolare, e la lentezza non è certo un'anomalia siciliana: si fa così da nord a sud del Paese. Per accelerare i tempi, i laboratori accreditati di tutte le regioni hanno già chiesto a Roma di potenziare la rete e, accanto al sequenziamento, di accertare direttamente sul tampone la presenza o meno della mutazione, ma occorrono reagenti ad hoc. Sul tema interviene anche il professor Antonio Cascio, direttore dell'Uoc Malattie infettive del Policlinico di Palermo: «Manca al momento l'organizzazione a livello nazionale, si va avanti troppo a rilento. Per velocizzare la tipizzazione del virus si potrebbero portare alcuni campioni in laboratori di altre regioni, *** istaurando una collaborazione. Prima isoliamo i ceppi, prima arginiamo la loro diffusione». Intanto, l'altalena quotidiana dei contagi accertati nell'Isola torna sotto quota 500 con 479 nuovi casi (64 in meno rispetto all'incremento di sabato scorso), ma come ogni fine settimana cala pure il numero dei tamponi molecolari processati, pari a 6128 (ben 2362 in meno) per un tasso di positività in ulteriore rialzo, da16,4a17,8%. Ea salire è anche il numero dei decessi registrati nell'arco di una giornata, 24 in tutto, quattro in più al confronto con il bollettino del ] 3 febbraio, per un totale di 3848 dall'inizio dell'epidemia, mentre il bacino di attuali positivi scende a 34866 persone (104 in meno) di cui 1030 ricoverate in area medica (13 in meno) e 165 (tre in meno) nelle terapie intensive, dove risultano altri cinque ingressi. Questa la distribuzione delle nuove infezioni tra le province: 144 a Palermo, 115 a Catania, 101 a Messina, 34 ad Agrigento, altrettante a Siracusa, 19 a Caltanissetta e a Trapani, dieci a Ragusa e tre a Enna. In scala nazionale, i dati ministeriali indicano invece 11068 contagi giornalieri (2464 in meno rispetto a sabato), oltre 205mi1a test tra rapidi e molecolari (85mila in meno) e 221 decessi contro i 311 del 13 febbraio. La Lombardia resta la regione con la quota più alta di nuovi casi, pari a 1987.
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