A febbraio l'indice Istat passa da 100,7 a 101,4 per i consumatori e da 88,3 a 93,2 per le imprese. In risalita anche servizi di mercato e commercio al dettaglio, ma i livelli pre-crisi restano lontani.
Confcommercio: “premessa per una buona ripartenza”
In risalita a febbraio sia l'indice del clima di fiducia (da 100,7 a 101,4) sia quello delle imprese (da 88,3 a 93,2) rispetto ai dati di gennaio.
Lo stima l'Istat (vedi i dati dettagliati a questo link) , segnalando che per i servizi e il commercio al dettaglio i livelli rimangono tuttavia ancora lontani da quelli precedenti la crisi. In dettaglio, nei servizi di mercato l'indice aumenta da 82,2 a 85,7 e nel commercio al dettaglio da 88,3 a 93,8. In quest’ultimo, a livello di circuito distributivo, la fiducia cresce molto nella grande distribuzione mentre la crescita è più contenuta nella distribuzione tradizionale.
Per quanto riguarda i consumatori, l’aumento è trainato dal marcato miglioramento delle attese sulla situazione economica generale e di quelle sulla disoccupazione.
“Il recupero della fiducia da parte di famiglie e imprese registrato a febbraio è una premessa fondamentale per una buona ripartenza. Difficile non vedervi un’apertura di credito di consumatori e imprenditori – più questi ultimi che i primi – nei confronti del nuovo esecutivo. Sulle aspettative ha probabilmente giocato un ruolo importante anche l’estendersi della campagna vaccinale, unitamente all’esplicito impegno del Governo di rafforzarne la diffusione”: è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati sulla fiducia di imprese e famiglie.
“Per quanto riguarda le imprese – conclude l’Ufficio Studi - va sottolineato ancora una volta il procedere a due velocità della fase di recupero. Se tra gli operatori del manifatturiero e delle costruzioni il sentiment e tornato sui livelli di febbraio 2020, tra gli imprenditori del terziario di mercato e del commercio la fiducia si colloca ancora su valori particolarmente bassi, segnale di una ripartenza che appartiene ancora alla speranza piuttosto che alla realtà”.
Fonte: Confcommercio Imprese per l'Italia