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BONUS NATALE 2021 PER FAMIGLIE E PENSIONATI
Cos'è, a chi spetta e come funziona il bonus Natale 2021: tutte le informazioni sull'extra natalizio del governo per le pensioni e le famiglie in difficoltà.
Dal bonus casa al bonus tv, l'elenco degli incentivi fiscali non sembra concludersi portando una sorpresa per le festività natalizie a pensionati e famiglie: è in arrivo il bonus Natale 2021. Un’agevolazione da 154,94 euro, attesa nel mese di dicembre da tutti i percettori di pensioni minime. Ma non solo, perché è previsto un ulteriore bonus natalizio fino a 1400 euro per le famiglie in difficoltà a causa della pandemia. Facciamo chiarezza sulle differenze tra i due bonus per capire meglio che cosa sono, come funzionano, a chi spettano e come richiederli.
Quando si parla di bonus Natale 2021 è il caso di fare una distinzione, poiché le agevolazioni proposte dal governo, previste per il mese di dicembre, sono due. Una riguarda i pensionati, l’altra le famiglie. Vediamo i due incentivi natalizi nel dettaglio.
Che cos’è il bonus Natale pensioni
È di 154,94 euro il bonus che i pensionati riceveranno con la mensilità di dicembre. L'extra, che si aggiunge all’importo mensile della pensione, è stato introdotto con la Finanziaria del 2001 (articolo 70, Legge 23 dicembre 2000, n. 388) e rinsaldato, con un piccolo aumento, dalla Legge di Bilancio 2021.
Il bonus, però, non spetta a tutti, ma solamente a chi ha diritto alla pensione e quindi ne è detentore. Inoltre, anche in questo caso, vi sono delle limitazioni perché non basta soltanto possedere la pensione: per godere del bonus è necessario che non si superi un determinato ISEE. È possibile ritirare il bonus alle Poste dalla fine di novembre, o attendere l’arrivo del bollettino di dicembre, dove sarà accreditato automaticamente sul conto corrente.
A chi spetta
Il beneficio del governo spetta a chi gode di una pensione annuale inferiore ai 6.695,91 euro. In realtà, che sia ricevente di una o più pensioni è indifferente, purché l’importo annuale non superi il trattamento minimo. In sintesi, se il proprio reddito non supera i 10.043,87 euro (in riferimento all’anno 2020) si riceve il bonus Natale. Quando si procede al calcolo per ricevere l'incentivo è considerato anche il reddito coniugale che, sommato al limite del reddito personale, non deve superare la cifra di 20.087,73 euro (quindi il tetto massimo resta di 10.043,87 per ciascun coniuge o congiunto civile).
Con riferimento all’annualità 2020, in base all’importo complessivo delle pensioni, si possono verificare le seguenti situazioni:
importo minore o uguale a 6.695,91 euro (trattamento minimo anno 2020): il pensionato ha diritto al bonus intero, purché sia rispettato il tetto massimo reddituale dell’anno non solo personale ma anche del coniuge o congiunto civile;
importo compreso tra 6.695,91 e 6.850,85 euro: il pensionato riceverà la differenza tra 6.850,85 euro e l’importo delle pensioni, a condizione che siano soddisfatte le condizioni di reddito proprie e del congiunto;
importo maggiore di 6.850,85 euro (trattamento minimo + importo aggiuntivo): il pensionato non può ricevere il bonus.
A chi non spetta
Come già indicato, l’extra natalizio spetta a chiunque detenga una o più pensioni INPS con un reddito annuale che non oltrepassi una certa soglia. Ma esistono delle eccezioni, poiché in alcuni casi, nonostante siano rispettati i prerequisiti sopra indicati, i pensionati non hanno diritto al bonus. Sono escluse, infatti, le seguenti categorie:
pensioni di dipendenti di enti creditizi;
trattamenti assistenziali, come pensioni e assegni sociali o prestazioni agli invalidi;
pensioni di dirigenti aziendali;
trattamenti non aventi natura pensionistica.
Come richiederlo
Se si parla del bonus natalizio pensioni non c’è bisogno di fare alcuna richiesta, poiché viene assegnato d’ufficio dall’INPS con la mensilità di dicembre. Naturalmente sarà concesso solamente se sono rispettati i criteri sopra indicati. Se, però, il pensionato che ha diritto al bonus non riuscisse a ricevere il beneficio, potrà compilare un modulo dedicato, ovvero la "domanda di ricostituzione della pensione". Sarà, dunque, necessario accedere al sito dell’INPS e procedere al servizio online.
Come accedere ai servizi online INPS
Ricordiamo che per accedere a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione, dal 1° ottobre 2021 l’accesso non è più consentito tramite PIN (ad eccezione dei cittadini residenti all'estero non in possesso di un documento di riconoscimento italiano (Circolare INPS n. 127 del 12-08-2021) ma solamente attraverso i seguenti metodi:
SPID (identità digitale);
CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
CIE (Carta d’Identità Elettronica).
Quando arriva il bonus?
Entro i primi di dicembre, l’avente diritto al bonus potrà godere dell’agevolazione economica, che sarà aggiunta alla pensione al momento del rilascio. Già dal 25 novembre 2021, infatti, si potranno rilevare i 154,94 euro sui pagamenti delle pensioni presso Poste Italiane.
Nel caso in cui la pensione venga accreditata direttamente sul conto corrente, i beneficiari riusciranno a vedere l’accredito dal 1° dicembre 2021.
Che cos’è il bonus Natale per famiglie
La storia cambia con il bonus Natale per famiglie, poiché non si tratta di un assegno o di un incentivo in denaro ma di un buono per la spesa o l’acquisto di beni di prima necessità, come prodotti per l’igiene personale o per la casa.
Può sembrare quasi un regalo natalizio, e forse in fondo lo è, ma bisogna specificare che questo aiuto è stato messo in atto per aiutare le famiglie in difficoltà economica a causa dell'emergenza Covid-19.
L’agevolazione, già prevista dal Decreto Ristori e finanziata nuovamente dal governo per essere inserita nel Decreto Legge 25 maggio 2021, n. 73 (il cosiddetto decreto Sostegni Bis), è stata elaborata per accompagnare i ristori e alleggerire il peso delle chiusure commerciali durante la pandemia.
Per accedere all’agevolazione è necessario che il richiedente rispetti determinati parametri, quali ad esempio un tetto ISEE, il numero dei componenti di un nucleo familiare, ecc. Inoltre, non si tratta di un voucher spendibile come nel caso del bonus terme, ma di buoni spesa utilizzabili per l'acquisto di beni di prima necessità e generi alimentari. I buoni, spendibili nei negozi che aderiscono all’iniziativa, hanno un importo variabile e sono erogati dai Comuni, i quali ne stabiliscono anche i criteri per il rilascio.
Come funziona
Il bonus Natale per famiglie è finanziato dallo Stato, che ha stanziato 500 milioni di euro, fino alla fine dell’anno, per offrire sostegno alle famiglie colpite dall’emergenza Covid-19. Il fondo è ripartito tra i vari comuni secondo criteri di densità di popolazione e valore del reddito pro capite di ogni Comune. In sintesi, lo stanziamento dei fondi statali è ripartito per il:
50% (250 milioni di euro) in proporzione alla popolazione residente in ciascun Comune;
50% (250 milioni di euro) in base alla differenza del valore del reddito pro capite di ogni Comune rispetto al valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione. Come riportato nell’art. 53 del dl n. 73 del 25 maggio 2021"I valori reddituali comunali sono quelli relativi all'anno d'imposta 2018, pubblicati dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'economia e delle finanze" a questo indirizzo.
Sono, quindi, le realtà comunali ad occuparsi direttamente della gestione dei fondi. Motivo per cui saranno i relativi Comuni a pubblicare sul proprio sito il bando con le informazioni inerenti principalmente a:
requisiti di accesso al bonus;
importi previsti sulla base dei componenti del nucleo familiare;
termini di scadenza;
documentazione richiesta per presentare domanda.
È opportuno monitorare i portali dei propri Comuni di residenza per essere sempre aggiornati su eventuali comunicazioni in merito.
A chi spetta
Per accedere al bonus non vi sono vincoli in base al numero di componenti del nucleo familiare. L’agevolazione, infatti, può spettare sia a nuclei familiari composti da una sola persona, che a famiglie composte da più persone o con figli.
A chi non spetta
Tra i criteri di selezione, coloro che non ricevono nessun tipo di sostegno pubblico hanno la priorità. Sono, invece, esclusi dal beneficio natalizio coloro che percepiscono ulteriori forme di sostegno pubblico, come i percettori di:
Reddito di Cittadinanza;
Reddito di Inclusione;
NASPI;
Indennità di Mobilità;
Cassa Integrazione Guadagni.
Come richiedere il bonus
Per richiedere il bonus bisogna far riferimento alle modalità indicate dai vari Comuni. Dal momento che l'agevolazione è gestita dai Comuni, la presentazione della domanda segue modalità indicate nei bandi indetti dalle singole amministrazioni.
La residenza e l’ISEE sono prerequisiti per stabilire chi può ricevere il bonus. Si presume, quindi, che nella presentazione della domanda siano indispensabili documenti che dimostrino la residenza nel Comune in cui si fa richiesta; così come anche l’ISEE del nucleo familiare per attestare la situazione patrimoniale ed economica in cui verte.
Quali sono le scadenze
Le scadenze per presentare domanda per il bonus sono gestite autonomamente dai singoli Comuni, anche se il Decreto stabilisce come limite massimo il 31 dicembre 2021.
Qual è l’importo del bonus Natale per famiglie
Una delle domande più frequenti è l’ammontare dell’importo. L’incentivo natalizio per famiglie non ha un importo fisso, ma varia da Comune a Comune. Si parte da un minimo di circa 100 euro fino ad arrivare ad un massimo di 600-700 euro nel caso di nuclei familiari più grandi.
Si sente spesso parlare di bonus natalizio da 1400 euro. Questo perché nel 2021, ogni nucleo familiare ha la possibilità di richiederlo 2 volte, arrivando a raggiungere la cifra massima di 1400 euro.
Bisogna, però, ricordare che è un fondo statale ad esaurimento. Quindi gli aventi diritto che presentano per primi la domanda riusciranno a beneficiare dell’incentivo, perché il rischio è di non ricevere il bonus per esaurimento del fondo.
SANGALLI: “LA VITA SOCIALE DELLE CITTÀ FERMATA DA PROTESTE ILLEGALI”
Il presidente di Confcommercio: sul Mattino: “non possiamo permetterci altri stop”. “Temiamo che nell'ultima parte dell'anno ci sia una frenata degli acquisti per il caro prezzi”. “Negozi e turismo: le spese obbligate come quelle per le bollette possono colpire la ripresa”.
Presidente Sangalli, il nemico è il Covid non gli strumenti per combatterlo dice il Capo dello Stato, a proposito delle piazze no vax e dell'aumento dei contagi da esse prodotto. Che ne pensa?
«Apprezziamo l'autorevole intervento del Presidente Mattarella - dice Carlo Sangalli presidente di Confcommercio - perché il nemico comune è il Covid e non le soluzioni per combatterlo».
Proteste e manifestazioni di piazza quale conseguenza concreta possono produrre al commercio in questo periodo e in vista delle festività di Natale?
«Dopo un anno e mezzo di pandemia, che ha provocato perdite umane gravissime, ha fatto chiudere molte attività e messo in ginocchio centinaia di migliaia di imprese, non possiamo davvero permetterci che manifestazioni e cortei illegali blocchino la vita economica e sociale delle nostre città».
Il governo intende vietare i centri storici: basterà o ci vuole anche altro?
«La pandemia ancora non è stata sconfitta e ora più che mai è necessario un supplemento di responsabilità da parte di tutti. Per questo motivo condividiamo la decisione del Viminale di fare in modo che qualsiasi legittima protesta contro il green-pass sia regolarmente autorizzata e nel perimetro della legalità. Nessuno vuole privare nessuno della possibilità di manifestare ma è altrettanto evidente che il prezzo di queste proteste non lo possono pagare i cittadini e le imprese e le attività commerciali che hanno vissuto una crisi drammatica per effetto del Covid».
Il commercio fatica a riprendere i volumi di attività pre-pandemia e ora c'è chi teme anche l'effetto negativo dell'inflazione sui prezzi al consumo. Che ne pensa?
«Il nostro Ufficio Studi ha stimato, nell'ipotesi di una inattesa fiammata dei prezzi in questa ultima parte dell'anno, una perdita di consumi tra i 3 e i 5 miliardi di euro. Un'eventualità che, unita all'aumento delle spese obbligate - come utenze e bollette - a causa soprattutto dei rincari dell'energia, rischia di rallentare la crescita del Paese. Un'eventualità che potrebbe incidere anche sui consumi di Natale ma che speriamo di non dover registrare. Per quest'anno, infatti, prevediamo un Pil a +6,2%, ma nel 2022 la nostra stima scende al +4% proprio in ragione di questo scenario inflazionistico».
Quanto incidèrà l'aumento del costo delle materie prime?
«È evidente che, se le tensioni sui costi delle materie prime, energetiche e non, dovessero persistere, ci saranno inevitabili riflessi sui prezzi al consumo nel giro di qualche mese. Del resto, la crescita dei prezzi ha già raggiunto un tendenziale del 2,9% á ottobre, e comunque è un fenomeno non solo italiano. Per contrastare questo rischio bisogna accelerare con investimenti e riforme: una crescita più robusta permetterebbe alle imprese, grazie a maggiore produttività e più ampie economie di scala, di limitare il trasferimento sui prezzi finali degli impulsi provenienti dall'estero».
Ma la crescita del Pil è soprattutto un rimbalzo o l'inizio di un percorso duraturo?
«Il rimbalzo c'è soprattutto per il risultato inatteso del terzo trimestre. Ma quello che ci preoccupa per l'anno prossimo sono i consumi che non cresceranno a causa di una maggiore inflazione e dell'aumento delle cosiddette spese obbligate. Perché se non ripartono il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti e la logistica non si potrà avere una crescita robusta e duratura».
Ci sono risposte in tal senso nella manovra 2022?
«Bene l'intonazione espansiva della manovra. Ma occorre maggiore attenzione all'impatto dell'emergenza sul tessuto delle imprese del terziario di mercato ed alla necessità di interventi tanto sul versante delle moratorie fiscali e creditizie quanto dei crediti d'imposta. Sul versante dei bonus edilizi, va ripristinato il meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito. Ed anche per il bonus mobili sollecitiamo il ripristino del precedente tetto di spesa. Così come è importante il credito d'imposta per le rimanenze di magazzino dei negozi di abbigliamento».
Nando Santonastaso
Dal Mattino del 10 novembre 2021
SESTA EDIZIONE PER IL FORUM INTERNAZIONALE DI CONFTRASPORTO-CONFCOMMERCIO
Appuntamento oggi e domani a Roma. Diretta streaming su www.confcommercio.it/live. Intervengono i presidenti Sangalli e Uggè e il ministro Giovannini.
Il Boscolo Circo Massimo (via dei Cerchi 87, a Roma) ospiterà il 9 e 10 novembre prossimi la sesta edizione del Forum Internazionale di Conftrasporto, organizzato insieme a Confcommercio. I temi portanti saranno le interrelazioni dei trasporti e della logistica con l’export, la portualità, l’ambiente e l’intermodalità. I lavori potranno anche essere seguiti in diretta streaming su www.confcommercio.it/live
Si comincerà con una conferenza stampa ( ore 10.30) dei presidenti di Confcommercio, Carlo Sangalli, e di Conftrasporto, Paolo Uggè, nel corso della quale verrà presentata un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui trasporti e la sostenibilità e un'indagine Isfort su la transizione ecologica dei trasporti e della logistica e l'intemodalità.
Tra i partecipanti di martedì 9 novembre: Simonetta Acri (Chief Mid Market Officer di Sace), Andrea Annunziata (presidente Adsp del Mar Tirreno Centrale), Federico Barbera (presidente di Fise Uniport), Mauro Brivio (AD di Brivio & Viganò), Fulvio Lino Di Blasio (presidente Adsp del Mar Adriatico Settentrionale), Rodolfo Giampieri (presidente di Assoporti) Gianni Onorato (AD di MSC), Lorenzo Paolizzi (segretario generale di Angopi), Stefano Perego (vicepresident EU Customer Fulfillment di Amazon), Emanuele Remondini (presidente di Marceviaggi Logistic Group), Alessandro Santi (Presidente di Federagenti), Fabrizio Palenzona (Presidente Onorario di Conftrasporto).
Tra quelli di mercoledì 10 novembre: Marco Bisagno (Cantieri Navali Mariotti), Ennio Cascetta (professore ordinario di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto, Universitas Mercatorum), Nicola Carlone (comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto), Giuseppe Catalano (coordinatore Struttura Tecnica di Missione per l'indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l'alta sorveglianza del MIMS), Fabrizio Favara (Chief Strategy Officer Gruppo FS Italiane), Stefano Messina (presidente di Assarmatori), Elio Ruggeri (vicepresidente di Assocostieri e Senior Vice President Global Lng Snam), Ugo Salerno (presidente di RINA), Paolo Starace (presidente sezione veicoli industriali di Unrae).
Nella prima giornata interverrà Giancarlo Cancellieri (sottosegretario alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili) e nella seconda giornata la viceministra dello stesso dicastero, Teresa Bellanova.
Chiuderà i lavori il ministro Enrico Giovannini (in collegamento da remoto).
#forumconftrasporto
Diretta streaming su https://www.confcommercio.it/live
SANGALLI: "BASTA CORTEI NO PASS SABATO IN CENTRO: CALPESTANO LA LIBERTÀ DI PERSONE E IMPRESE"
Intervista del presidente di Confcommercio al Corriere della Sera. "Manifestare è un diritto sacrosanto, restando nel perimetro della legalità e del rispetto per gli altri". "Se riprendono i contagi perdiamo tutti".
Presidente Carlo Sangalli, Confcommercio ha aperto a Milano una petizione su Change.org contro le manifestazioni in centro al sabato. Non era mai successo.
"Dopo un anno e mezzo di pandemia, che ha provocato perdite umane gravissime e colpito profondamente centinaia di migliaia di imprese, soprattutto del terziario, il Covid è al momento ancora sotto controllo e l’economia finalmente ha ripreso a crescere. In questo contesto va fatto ogni sforzo per contenere il contagio e permettere alle imprese di lavorare. Credo che 15 sabati consecutivi di cortei “no pass” a Milano, e in altre città, che bloccano la vita del centro e non rispettano le regole, non vanno in questa direzione".
Quindi chiedete di spostare i cortei in un altro giorno, in un altro luogo o entrambe le cose?
"Sono le autorità competenti che devono decidere le modalità delle manifestazioni e fare in modo che vengano rispettate. La libertà di manifestare le proprie idee è l’architrave della democrazia. Mio padre, partigiano cattolico, ha combattuto come tanti altri per questo. Ma va rispettata la libertà di tutti".
Che tipo di perdite lamentate?
"Il sabato per il settore del commercio e della ristorazione, vale oltre il 25% del fatturato settimanale. Secondo un calcolo prudenziale del nostro Ufficio Studi milanese, gli ultimi tre sabati hanno comportato perdite per più di 10 milioni di euro a esercizi commerciali, bar e ristoranti delle zone interessate dai blocchi dei manifestanti. Senza considerare che una città percorsa ogni sabato da cortei che bloccano anche il traffico diventa certamente meno vivibile e attrattiva".
Ci sono stati danni materiali ai negozi?
"Fino a questo momento, per fortuna, a Milano non ne abbiamo registrati. Ma restano, certo, le perdite di fatturato che sono danni materiali anche se non “visibili”
C’è un problema di controllo da parte delle forze dell’ordine?
"Credo che fino ad ora ci sia stata una gestione dell’ordine pubblico molto responsabile e di grande attenzione. Sarebbe auspicabile che questa responsabilità ci fosse da parte di tutti".
Siete preoccupati per il Natale?
"Molto preoccupati. Il Natale oltre il significato profondo che ha per la nostra società, è il periodo più importante dell’anno sul fronte dei consumi. Le lascio immaginare cosa potrebbe significare la prosecuzione dei cortei non autorizzati per i nostri settori usciti così pesantemente penalizzati dalla pandemia".
Le manifestazioni in altre città come Trieste sembrano produrre anche più contagi. Temete nuove chiusure?
"Questo è un punto centrale i dati scientifici sono oggettivi. Se riprendono ad aumentare i contagi ci perdiamo tutti. In primis le persone e poi le attività economiche".
L’iniziativa ha trovato il sostegno delle istituzioni, dal sindaco di Milano Sala al presidente della regione Lombardia Fontana, di schieramenti opposti.
"E’ la dimostrazione che su temi così rilevanti per la vita delle persone e delle imprese, istituzioni e politica alla fine stanno dalla stessa parte al di là delle appartenenze. E questo dà forza e credibilità alle parti sociali e ai corpi intermedi. Che in questa occasione dimostrano un supplemento di responsablità".
E il dirittto a manifestare che posto ha?
Come ho detto la libertà di esprimere le proprie idee e il fondamento della nostra democrazia. Ma l’esercizio della libertà significa rispetto delle regole a garanzia di tutti".
Non teme che vietare o contingentare le manifestazioni posso comportare una degenerazione?
Nessuno vuole vietare o contingentare nulla. La nostra petizione è un appello alla responsabilità e alla ragionevolezza. Portare avanti le proprie idee e istanze non è solo legittimo ma doveroso. Anche alla nostra organizzazione è capitato varie volte di scendere in piazza per manifestare. Ma sempre nel perimetro della legalità e nel rispetto degli altri. E infine, il nemico comune è il Covid, non le soluzioni per combatterlo".
tratto dal Corriere della Sera
di Antonella Baccaro
Ampliamento al Commercio della misura "Resto al Sud"
Finalità
Sono ammissibili a finanziamento le seguenti attività economiche:
attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
turismo;
attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria);
commercio;
Beneficiari
Possono accedere alla misura i soggetti maggiorenni con età inferiore ai 56 anni che:
sono residenti nelle aree indicate o che trasferiscono la residenza entro 60 giorni (120 giorni se residenti all’estero) dall’esito positivo dell’istruttoria;
non sono titolari di altre attività d’impresa al 21 giugno 2017;
non hanno ricevuto altre agevolazioni sull’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio;
al momento dell’approvazione della domanda non hanno un lavoro a tempo indeterminato e si impegnano a non averlo per tutta la durata del finanziamento.
Spese ammissibili
Le spese ammesse a finanziamento sono:
ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) – massimo 20% del programma di spesa.
La misura ancora non è ancora attiva, ma è stato approvato un emendamento al decreto legge Infrastrutture, per inserire il commercio tra le attività per cui possono essere richieste le agevolazioni di “Resto al Sud”.
Per tutte le informazioni sul bando visita il sito https://www.invitalia.it. Per una consulenza contatta il nostro ufficio al n. 0935.500971
Scontrini elettronici: "C'è ancora tempo fino a gennaio 2022"
Dal 1 luglio 2019 è stata introdotta l'emissione dello scontrino elettronico in sostituzione di quello cartaceo. L'invio dei corrispettivi telematici prevede l'obbligo di un registratore di cassa fiscale che consente la trasmissione all'Agenzia delle entrate dei dati obbligatori e che permette di partecipare alla Lotteria degli scontrini. Dopo varie proroghe la scadenza degli scontrini era stata posticipata al 1 ottobre 2021, mentre adesso è stata spostata con ulteriore proroga al 1 gennaio 2022. Quindi c'è tempo fino a quella data per aggiornare i Registratori Telematici.
GREEN PASS, SANGALLI: "CON I VACCINI STA SORREGGENDO LA RIPARTENZA DEL PAESE"
Dal 15 ottobre la certificazione verde è obbligatoria per lavorare: “non mancano i problemi, ma bisogna rafforzare fiducia e coesione sociale”. Tamponi, "no a costi per le imprese". Il Governo chiarisce le regole.
È entrato in vigore il 15 ottobre scorso l'obbligo di possedere il green pass per accedere ai luoghi di lavoro, pubblici e privati. Il dettaglio delle nuove regole è stato affidato dal Governo a due Dpcm: il primo (dpcm 23 settembre 2021) contiene le linee guida sull'obbligo della certificazione nella Pubblica amministrazione, mentre il secondo (dpcm 12 ottobre 2021) elenca gli strumenti informatici per la verifica automatizzata del possesso delle certificazioni.
Nella P.a, dunque, il green pass è obbligatorio (è valido anche quello cartaceo) per tutti i dipendenti pubblici e per quelli delle imprese dei servizi di pulizia, ristorazione, manutenzione e rifornimento dei distributori automatici, oltre che per i consulenti, i collaboratori, i frequentatori di corsi di formazione, i corrieri e i visitatori. Sono invece esclusi invece gli utenti. Senza il pass si verrà allontanati subito e ogni giorno di mancato servizio verrà considerato assenza ingiustificata (giornate festive e non lavorative comprese). Lo stipendio sarà sospeso fin dal primo giorno di assenza ma "in nessun caso" si può essere licenziati. Nel periodo d'assenza, inoltre, non si maturano né contributi né ferie.
Quanto ai controlli, devono essere fatti ogni giorno, all'accesso in ufficio o in un secondo tempo, a tappeto o a campione (non meno del 20% del personale in servizio) e con una rotazione costante. Per evitare ritardi e code all'ingresso, i datori di lavoro potranno concedere più flessibilità negli orari di ingresso e d'uscita. Per le verifiche si potranno utilizzare l’App 'VerificaC19' oppure i nuovi strumenti previsti dal Dpcm, che consentiranno una verifica "quotidiana e automatizzata", rilevando solo il possesso del pass e nessun altro dato del dipendente.
Il decreto chiarisce infine che il datore di lavoro, pubblico e privato, non può conservare i Qr code delle certificazioni né raccogliere i dati dei dipendenti, "salvo quelli strettamente necessari" all'applicazione delle sanzioni. Inoltre, potrà chiedere il pass in anticipo al dipendente per la programmazione dei turni aziendali, ma l’anticipo dovrà essere "strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore".
Sangalli: “non mancano i problemi, ma vaccini e green pass stanno sorreggendo la ripartenza del Paese”
“Il debutto operativo del green pass non è certo privo di problemi a partire da quelli evidenziati dal mondo dell’autotrasporto e della logistica. Ma vaccini e green pass stanno sorreggendo la ripartenza del Paese. A partire da questo dato, occorre rafforzare fiducia e coesione sociale. Palazzo Chigi ci chiami: il contributo del mondo delle imprese e del lavoro non mancherà”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sull’imminente entrata in vigore dell’obbligo della certificazione verde per i lavoratori pubblici e privati.
Tamponi, Confcommercio ribadisce il suo no a costi per le imprese
Costo dei tamponi per i dipendenti sulle spalle degli imprenditori? No, grazie. Lo ribadisce Confcommercio per bocca della vicepresidente Donatella Prampolini, che sottolinea: “le imprese hanno già sostenuto ingenti oneri organizzativi ed economici per l’adeguamento dei luoghi di lavoro alle discipline concordate nei protocolli vaccinali”. E non è nemmeno una questione esclusivamente di costi, ma anche di principio “perché alla base c’è il fatto che il vaccino e il green pass sono del tutto gratuiti e la campagna vaccinale va assolutamente sostenuta e accelerata. Quindi è il lavoratore che non vuole fare il vaccino che deve sostenere i costi dei tamponi”.
Fipe: "nella ristorazione non vaccinati sotto il 10%, c’è tanta voglia di lavorare"
I lavoratori dei pubblici esercizi che ancora non si sono sottoposti a vaccinazione sono 35mila, 40mila al massimo. È la stima dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, per il quale insomma, meno del 10% di chi lavora in bar e ristoranti sarebbe al momento senza green pass, quasi la metà di quanto si registra a livello nazionale negli altri comparti.
“Lo shock del primo e del secondo lockdown, che hanno visto decine di migliaia di dipendenti di bar e ristoranti restare senza lavoro per mesi, ha scatenato una reazione forte di auto protezione. Il risultato è che la stragrande maggioranza dei nostri collaboratori è corsa a vaccinarsi appena possibile. Il desiderio di lavorare senza rischi e con continuità si è rivelato più forte di qualsiasi altra considerazione”, spiega Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio.
“Rimane la preoccupazione per i dipendenti non vaccinati che per accedere ai luoghi di lavoro dovranno effettuare ripetutamente il tampone. Dopo i chiari di luna del primo lockdown e i lunghi mesi di misure restrittive - aggiunge Calugi - abbiamo bisogno di ogni singolo lavoratore per poter offrire ai nostri clienti un servizio all’altezza e questa nuova complicazione, pur necessaria, non aiuta”.
Massimo rigore in bar e ristoranti, violazioni sotto il 5%
Fipe sottolinea anche che “nell’ultimo mese e mezzo i titolari di bar e ristoranti si sono dimostrati straordinariamente diligenti nell’applicazione della norma che li obbliga a verificare il green pass dei clienti che intendono consumare all’interno dei locali. Su oltre 8mila controlli effettuati dai carabinieri dei Nas, le sanzioni hanno riguardato appena il 5% delle imprese. E tra queste, solo una parte sono pubblici esercizi. È la prova della serietà di un settore troppo spesso sommariamente accusato di voler eludere le regole, ma è anche la dimostrazione del desiderio di centinaia di migliaia di imprenditori di tornare a lavorare in sicurezza e con continuità. Tanto da assumersi compiti di controllo che certo non sono propri di chi si occupa di ospitalità”.
Grido d’allarme di Unatras: “le imprese straniere stanno rimpiazzando quelle italiane”
Le imprese di autotrasporto straniere stanno sostituendo quelle italiane, con un effetto dirompente sull’economia del settore dei trasporti del nostro Paese. È la denuncia di Unatras (ne fanno parte le principali Associazioni dell’autotrasporto: Fai, Fiap, Unitai e Assotir per Conftrasporto-Confcommercio, Cna Fita, Confartigianto Trasporti, SnaCasartigiani), secondo la quale dal 15 ottobre almeno il 25% di camion delle imprese italiane è stato costretto a fermarsi per fare largo ai vettori stranieri, innescando di fatto una forma di concorrenza distorta che danneggia un settore centrale della nostra economia.
“Quello che avevamo ampiamente previsto si sta purtroppo verificando. La committenza - dicono le Associazioni - sta già rivolgendo all’estero per sostituire i servizi di trasporto forniti dai vettori italiani”. Unatras ribadisce poi di essere “sorpresa, allibita e indignata dal fatto che, in questa fase di ripresa, il Governo stia mettendo in difficoltà imprese e lavoratori che nelle fasi più drammatiche della pandemia hanno garantito al Paese l’approvvigionamento dei farmaci e dei beni di prima necessità”.
La nota congiunta, diffusa il 14 ottobre dai Ministeri delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e della Salute, precisa infatti che gli autotrasportatori provenienti dall’estero sono esentati dall’obbligo del green pass, a patto che le operazioni di carico/scarico siano effettuate da altro personale. Una situazione “inaccettabile” alla quale si aggiungono le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Roberto Cingolani, che propone di eliminare gli interventi sulle accise per l’autotrasporto attualmente in vigore. “Se quest’ultima iniziativa è orientata a rinunciare a un asset strategico come quello della logistica e dell’autotrasporto in Italia lo dica chiaramente”, commenta Unatras.
Federalberghi: “occasione importante per promuovere nel mondo l’immagine dell’Italia come Paese sicuro”
Sono oltre milione e 400mila i lavoratori del turismo che dal 15 ottobre dovranno esibire il green pass per accedere ai luoghi di lavoro (circa un milione di lavoratori dipendenti e 400mila indipendenti). Per Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, si tratta di "una misura che, oltre a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ci offre un’occasione importante per promuovere nel mondo l’immagine dell’Italia quale Paese sicuro. I mercati sono molto sensibili a questo tipo di messaggio, basti pensare all’impatto mediatico della campagna di vaccinazione avviata qualche mese fa in alcune isolette greche, mentre in Italia si esitava a fare altrettanto".
“Proteggere e rassicurare dev’essere il nostro mantra, è importante che il messaggio venga diffuso tanto dalle istituzioni quanto dai singoli operatori, sia nella fase di interlocuzione commerciale che precede la decisione di acquisto sia nel rapporto quotidiano con gli ospiti già arrivati a destinazione”, conclude il presidente degli albergatori italiani.
Federlogistica: "sui porti lo Stato si piega al ricatto"
"Affrontare e trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico rappresenta un errore clamoroso". Inoltre "ci sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega ad un ricatto inaccettabile". Così il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, a commento della circolare che raccomanda alle aziende che operano nei porti di fornire tamponi gratuiti ai lavoratori. Merlo si riferisce in particolare ai lavoratori del capoluogo giuliano, i quali minacciano di bloccare l’attività se non verrà abolito l’obbligo del green pass.
Confcommercio Trieste: “da un blocco della città danni per tutti”
"Da fonti portuali durante il Covid-19 all'interno dello scalo il lavoro non è mancato, bensì le chiamate al lavoro sono cresciute del 45%: a chi ha lavorato e ora protesta chiedo di comprendere che azioni come il blocco delle città, la chiusura dei traffici, la richiesta della creazione di corsie preferenziali rispetto alla soluzione di un problema che tocca tutti i lavoratori, sta generando ulteriori danni economici e disagi ai più deboli". Lo scrive in una nota Antonio Paoletti, presidente di Confcommercio Trieste, sottolineando che "ogni sabato ci sono cortei di protesta che bloccano la città lasciando negozi e bar aperti ma vuoti, alberghi con disdette di turisti che nel dubbio rimangono a casa propria, ma con stipendi che vengono pagati e merce che rimane sugli scaffali". Confcommercio ribadisce di essere "disponibile a condividere il costo del tampone tra datore del lavoro e dipendente”, ma “serve buonsenso e questo chi protesta lo dovrebbe comprendere, perché minacciando blocchi e cortei per attirare a Trieste la protesta del Nord Est, costringerà migliaia di persone a rischiare di non lavorare a causa di queste azioni, solo per non fare un tampone che peraltro le aziende degli operatori portuali hanno dato disponibilità a pagare". Dunque, "solo trovando soluzioni condivise si può evitare il peggio per tutti".
Confcommercio Milano: “pronto l’82% delle imprese del terziario”
A Milano sono oltre otto su dieci le imprese del terziario pronte ad attivare il controllo del green pass dei dipendenti e il 78% ritiene che non ci saranno difficoltà particolari. È quanto emerge da un’analisi dell'Ufficio studi di Confcommercio Milano, secondo la quale le criticità maggiori risiedono nelle complicazioni organizzative per i controlli in entrata (41%) e nel dover fare a meno di personale sprovvisto del green pass (30%). Segnalate anche difficoltà di controllo continuativo per quelle attività che hanno più sedi sul territorio o punti vendita con un solo lavoratore. "Nonostante difficoltà oggettive la grande maggioranza delle imprese del terziario è pronta all'applicazione del green pass. Certo, non mancano le difficoltà - ha detto Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano – e alcuni problemi sono significativi. La priorità per tutte le imprese, però, è l'uscita definitiva dall'emergenza sanitaria e in questo senso il green pass è certamente uno strumento utile”.
Bando Irfis Sicilia: Finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto per attività avviate nel 2019/2020
Soggetti destinatari delle agevolazioni e requisiti di ammissibilità
Destinatari della misura sono PMI danneggiati dall’emergenza sanitaria Covid-19 e che hanno avviato l’attività economica dal 1.1.2019 al 31.12.2020.
Importo e caratteristiche del finanziamento agevolato e del contributo a fondo perduto
L’Agevolazione è costituita da un finanziamento agevolato più un eventuale contributo a fondo perduto. L’importo massimo complessivo dell’Agevolazione è pari a Euro 25.000; l’intervento può essere costituito interamente da un finanziamento agevolato, nel caso in cui non venga richiesto il contributo a fondo perduto, oppure da un finanziamento agevolato ed un contributo a fondo perduto.
Termini e modalita’ di richiesta del finanziamento agevolato e del contributo a fondo perduto
Dalle ore 10,00 del giorno 12 ottobre 2021 e fino alle ore 17,00 del giorno 11 novembre 2021 è possibile procedere alla compilazione delle istanze e dei relativi allegati collegandosi all’indirizzo https://sportelloincentivi.irfis.it accedendo alla piattaforma digitale dedicata mediante SPID (livello 2) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
Per tutte le info chiama il n.0935/500971
Scarica il bando completo qui:
Da domani la Sicilia si vesta di bianco
L'addio alla zona gialla in Sicilia era scontato e arriverà domani, con due giorni di anticipo Razza: «Cambio di marcia nelle vaccinazioni». Ma la media nazionale resta lontana PplIcne Pag.fi Oggi l'ufficialità. L'assessore Razza: «Non e un liberi tutti» Da domani la Sicilia si veste di bianco Non ci sarà più l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto e il limite di commensali La campagna Le province di Messina, Siracusa e Catania ancora in forte ritardo per le vaccinazioni Giacinto Pipitone PALERMO L'ufficialità arriverà soltanto oggi. Eppure è già certo che la Sicilia abbandonerà il giallo, sinonimo di pericolo Covid in crescita, per tornare come tutte le altre regioni in fascia bianca. Sarà la cabina di regia nazionale oggi a dare l'indicazione che il ministro Roberto Speranza ratificherà. L'assessore alla Salute, Ruggero Razza, lo ha rivelato ieri durante una conferenza stampa convocata per illustrare un nuovo sistema di monitoraggio dei dati di contagio. Prima di incontrare i giornalisti, ha detto l'assessore, una telefonata col ministro lo ha rassicurato sul ritorno in fascia bianca. Un fatto che da un lato dà atto del calo dei contagi e dell'aumento delle vaccinazioni ma che dall'altro - lo ha ribadito Razza - non deve significare un liberi tutti. In realtà il ritorno in fascia bianca ha per lo più un effetto psicologico, visto che tecnicamente dovrebbe cadere solo l'obbligo di indossare le mascherine anche all'aperto e il limite di commensali al tavolo nei ristoranti. Per il resto anche in zona gialla non ci sono state particolari limitazioni. Rispetto a quanto accaduto in passato, la novità è che la decisione che verrà ufficializzata oggi non entrerà in vigore da lunedì ma da domani: dunque l'effetto sarà immediato. Razza ha provato a dare una lettura atipica di questa notizia: «È un obiettivo che non caricherei di alcun significato. Come non aveva valore politico il ritorno in giallo non ha valore Nuovo dirigente Francesco Bevere va alle Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico politico il ritorno in bianco. E tuttavia l'assessore non ha esitato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «I profeti di sventura che dicevano che la zona gialla avrebbero fatto perdere punti di Pil alla Sicilia, hanno almeno il pudore del silenzio? Abbiamo affrontato in maniera adeguata tutto quello che si doveva fare». Dunque il bianco indica un cambio di passo nelle vaccinazioni più che nella frenata del contagio: «Negli ultimi trenta giorni - ha detto Razza -, da quando è emerso il caso della Sicilia, sono state adottate numerose misure e si sono moltiplicati i provvedimenti del presidente Musumeci. Abbiamo cercato di mettere in atto ogni attività di rafforzamento per rendere più facile l'adesione alla campagna vaccinale per i cittadini e abbiamo moltiplicato sui territori i centri di vaccinazione raggiungendo soprattutto i Comuni con il minore numero di vaccinati». Ma qual è la situazione oggi? La fotografia l'ha scattata ieri la fondazione Gimbe: riguardo ai contagi nella settimana 29 settembre-5 ottobre «si registra una performance in miglioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (274) e si evidenzia una diminuzione dei nuovi casi (-10,4%) rispetto alla settimana precedente». Sul fronte della vaccinazione «la popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari 65,6% (media Italia 72,4%) a cui aggiungere un ulteriore 4,8% (media Italia 4,3%) solo con prima do- se. La popolazione over 50 che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari a 14,5% (media Italia 9,5%). Il tasso di copertura vaccinale con le terze dosi è pari a 0,8% (media Italia 2,4%) ». Razza ha aggiunto che restano tre province con dati di vaccinazione troppo bassi: Messina, Siracusa e Catania. Ma, ha aggiunto l'assessore, nell'ultimo mese la Sicilia ha viaggiato a un ritmo di un milione e 800 mila dosi somministrate. E a questo ritmo - è la previsione - entro fine ottobre si raggiungerà la soglia di sicurezza dell'80% della popolazione immunizzata. Nel frattempo sta partendo l'operazione terza dose anche per il personale sanitario. Il commissario di Palermo, Renato Costa, a annunciato le prime iniezioni per domani alle 16 all'hub della fiera del Mediterraneo. E Razza ha precisato che la campagna per la terza dose andrà avanti secondo il programma stabilito dal ministero: prima i fragili e gli over 80 e poi gli operatori sanitari. Oggi dovrebbe essere pubblicata una circolare che fissa i dettagli dell'operazione. In più Razza ha aggiunto che «è stato inviato un sms a quanti hanno diritto a ricevere la terza dose e sono in corso le prenotazioni». La conferenza stampa di ieri è stata per Razza anche l'occasione *** di presentare il nuovo dirigente del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico: è Francesco Bevere che prende formalmente il posto che fu di Letizia Diliberti, la dirigente finita nell'inchiesta sui dati falsificati dei morti per Covid in cui è ancora coinvolto anche Razza. Bevere arriva da Roma e negli stessi giorni un cui ha preso servizio alla Regione è stato nominato consulente del ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini. Un incarico che Bevere svolgerà a titolo gratuito ma che dà il segnale dei rapporti che il governo regionale vuole avere con Roma in questa fase cruciale della pandemia e delle misure per superarla.
DELEGA FISCALE, IL GOVERNO ACCELERA
Oggi in Consiglio dei ministri il via libera al ddl che riscriverà il sistema del prelievo, uno dei “pilastri” del Recovery Plan. Irpef, Irap e forse Iva nel menu della riforma.
Irpef, Irap, catasto, lotta all'evasione e, forse, Iva. Sono i capitoli principali del disegno di legge delega per riscrivere il sistema del prelievo fiscale, una delle riforme "di accompagnamento" del Recovery plan, che il Governo si appresta ad approvare. Le ultime decisioni arriveranno oggi nella cabina di regia che presiederà il Consiglio dei ministri, dopo che il temine originario è slittata da luglio a settembre e, infine, a conclusione del voto amministrativo. La delega dovrebbe in ogni caso essere molto "larga" e generica per far sì che i gruppi parlamentari abbiano più spazio possibile per dare le loro indicazioni che il Governo dovrà poi tradurre in decreti attuativi, con le prime novità che non entreranno in vigore prima del 2023.
Il nodo politicamente più delicato, data l’opposizione del centrodestra a qualunque aumento delle tasse, è quello del catasto. L’idea di Palazzo Chigi sarebbe quella di prendere tempo, spingendo intanto sul completamento della revisione degli estimi catastali e rimandando a una fase successiva le scelte sulla revisione della tassazione. Per la revisione dell'Irpef – di cui un anticipo si dovrebbe vedere già nella manovra economica - dovrebbe essere scelto un intervento di alleggerimento per il terzo scaglione, quello in cui rientrano i contribuenti che guadagnano tra i 28mila e i 55mila euro, con aliquota attuale al 38%. Per quanto riguarda l'Irap, le Camere si sono già espresse per l’abolizione, ma restano alcune criticità da risolvere. Si cercherà di evitare, ad esempio, che ci sia un'aliquota troppo alta nel caso che l’imposta regionale sulle attività produttive venisse assorbita nell'Ires o ne diventasse una addizionale.